Corriere della Sera (Roma)

La Festa va sui tetti e gli operai migrano «al contrario»

Sandrine Bonnaire «migrante al contrario» nel film di Gaël Morel presentato ieri

- Carlotta De Leo

Una storia di immigrazio­ne al contrario, dalla Francia al Marocco. Sandrine Bonnaire è protagonis­ta di uno dei paradossi della globalizza­zione economica: nel film Prendre le

large – Catch the wind presentato in anteprima ieri alla Festa del cinema, l’attrice e regista francese veste i panni di Edith un’operaia tessile che rischia il licenziame­nto perché la sua azienda delocalizz­a la produzione a Tangeri. E l’unico modo che ha per tenersi quel posto è emigrare in Marocco. «Decide di lasciare tutto per un nuovo inizio – spiega Bonnaire –. Trova lì la solidariet­à che in Francia non aveva, una famiglia che l’accoglie con calore mentre suo figlio praticamen­te la ignora. Ho davvero apprezzato questo aspetto del film: l’apertura verso un nuovo paese, nonostante tutte le difficoltà che è costretta ad affrontare». In effetti il film (che non ha ancora una distribuzi­one in Italia) racconta bene le condizioni di lavoro molto lontane dagli standard europei conquistat­i in decenni di lotte sindacali. «Non volevo certo che passasse il messaggio che qui in Europa c’è l’inferno e lì il paradiso — spiega il regista Gaël Morel —. Ma lo spunto è reale: con la crisi economica, molti lavoratori spagnoli hanno oltrepassa­to il Mediterran­eo per trasferirs­i in Marocco. E lo stesso potrebbe capitare anche in Francia dove, in questi casi di delocalizz­azione, la legge garantisce un’indennità di licenziame­nto. I dipendenti, in teoria, potrebbero anche decidere di andare all’estero e adattarsi ai modesti salari locali. Proprio come ha fatto Edith».

Per entrare nel ruolo, Bonnaire non ha dovuto usare troppo l’immaginazi­one: «Vengo da una famiglia di operai. Mio padre andava a lavorare in fabbrica per il salario minimo e tutte le mattine partiva con il suo motorino. A 15 ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare nel cinema (fu scelta per un piccolo ruolo nel film Il

tempo delle mele, ndr) e cambiare il mio destino. Ma la vita dei miei cari è rimasta la stessa. Bisogna sempre tenere in mente da dove si viene e io ce l’ho ben chiaro».

Il regista «Non volevo certo che passasse il messaggio che qui in Europa c’è l’inferno e lì il paradiso»

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Sorriso Sandrine Bonnaire, 50 anni, ha debuttato nel film «Il tempo delle mele»

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