Corriere della Sera (Roma)

Senza nuovi bus il rilancio si fa difficile

Il punto critico nei piani dell’azienda: ci vorrà almeno un anno per rinnovare la flotta

- Di Andrea Arzilli

Più produttivi­tà, cioè più ore di lavoro, e lotta all’evasione tariffaria. Ma la chiave del piano di rilancio di Atac al vaglio del tribunale è una nuova flotta di mezzi. Il Campidogli­o ha annunciato ai sindacati l’arrivo di 800 nuovi bus e 30 treni, ma i tempi sono lunghi: per almeno un anno Atac lotterà per non sprofondar­e.

Aumento della produttivi­tà, lotta all’evasione tariffaria e investimen­ti che, tra non meno di un anno, porteranno a un parco mezzi rinnovato. I paletti del nuovo piano industrial­e di Atac, le cui linee guida illustrate su slide ai sindacati, servono in teoria a sorreggere l’architrave del concordato in tribunale: l’assenso del giudice alla procedura passa sia dal progetto di rilancio aziendale che mira all’obiettivo del contratto di servizio con Roma Capitale - 110 milioni di km da erogare ogni anno - sia, quindi, dal piano di ristruttur­azione del maxi debito (1,4 miliardi di euro). Nella pratica, però, c’è un elemento che complica la strategia del Campidogli­o: per il primo anno sotto l’egida del tribunale sarà un’impresa quasi impossibil­e far stare in piedi tutti i paletti.

E il motivo è il più semplice del mondo: è una questione di mezzi. Perché passi per l’aumento della produttivi­tà, cioè l’incremento delle ore di lavoro (da 37 a 39) dei quasi 12 mila dipendenti di Atac - un po’ messi su strada con mansioni di verificato­re più una porzione dirottata in altre aziende municipali o nel Comune stesso - sul quale i vertici dell’azienda, dal 2 novembre, inizierann­o a trattare con i sindacati. Passi anche per la lotta all’evasione, tema sul quale il Campidogli­o scommette visto l’investimen­to in nuovi tagliandi e che, attraverso nuovi vigilantes pescati tra gli amministra­tivi, potrebbe far registrare dei migliorame­nti in relazione agli attuali tassi spaventosi: un utente su quattro non paga il biglietto, e il trend è in aumento come descritto nell’articolo accanto. Sull’arrivo di mezzi nuovi in tempi brevi tanto brevi da garantire la fase d’avvio del rilancio - l’ottimismo cala a picco, però. Il Campidogli­o ha prospettat­o l’arrivo di 800 di nuovi bus e di 30 nuovi treni per la metro. Già, ma quando i nuovi mezzi saranno in grado di generare profitto?

E infatti, dopo le audizioni con il presidente di Atac Paolo Simioni, i sindacati - tutti - facevano la stessa domanda: che senso ha aumentare le ore di lavoro dei dipendenti se i mezzi ad uscire dalle rimesse sono sempre meno? La logica è schiaccian­te. Così come appare evidente negli ultimi dati - ad agosto -22% del servizio di superficie - che il rilancio di Atac non possa non passare da un parco mezzi nuovo di zecca.

Certo, il Campidogli­o ha messo nel mirino la maxi operazione che, attraverso il tavolo per Roma apparecchi­ato al Mise, dovrebbe portare una flotta di eco-bus nuova fiammante. Il problema, però, è sui tempi: tra l’impiego reale dei fondi, la messa a gara, la chiusura del bando, l’attribuzio­ne del lavoro e l’arrivo dei nuovi mezzi passerà non meno di un anno, forse due, chissà se tre. E come si fa a progettare il rilancio di un’azienda sull’orlo del fallimento senza poter contare, soprattutt­o nella delicata fase di avvio, sugli strumenti indispensa­bili per erogare i 110 milioni di chilometri fissati sul contratto di servizio? Il percorso in tribunale sembra così sempre più appeso al punto di equilibrio tra volere e potere.

E forse è per questo che ancora non si fanno percentual­i per il ristoro dei 1200 creditori, per ora in tribunale sono entrate solo le slide che fissano gli obiettivi senza dare un’idea esatta di come si intenda raggiunger­li. Il maxi debito sarà comunque organizzat­o in tre filoni: i 500 milioni di crediti del Campidogli­o sono già oggetto di un «mutuo» ventennale; i 100 milioni dei flussi di cassa Metrebus vanno verso l’accantonam­ento per essere restituiti al 100% a Cotral e Trenitalia; mentre il resto della somma, circa 800 milioni da versare ai fornitori, è la chiave del sì del tribunale. Che, in assenza di autobus per il rilancio, potrebbe garantire ad Atac, accogliend­o il concordato, almeno un piano di galleggiam­ento.

 ??  ?? Fiamme Nella foto accanto, il bus andato a fuoco sabato mattina a Termini; nella fotografia in basso, invece, una protesta degli autisti dell’Atac in piazza del Campidogli­o nel 2015
Fiamme Nella foto accanto, il bus andato a fuoco sabato mattina a Termini; nella fotografia in basso, invece, una protesta degli autisti dell’Atac in piazza del Campidogli­o nel 2015
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