Corriere della Sera (Roma)

Galleria Borghese Bernini in mostra fra dipinti e sculture

La direttrice: «Fra tutti i musei, tranne gli Uffizi, si è creata una gara di generosità»

- di Maria Rosaria Spadaccino

Sculture, dipinti, disegni e grandi progetti architetto­nici esposti nella mostra alla Galleria Borghese

La villa Borghese è casa sua e qui torna per una mostra «omnia» (quasi) che lo omaggia come scultore, ma quello è ovvio; come pittore, come regista, ovvero costruttor­e di macchine sceniche e uomo di teatro. Creatore di oniriche scenografi­e, realizzate scolpendo in maniera unica il marmo. Si chiama sempliceme­nte «Bernini», a sottolinea­re la vocazione ad offrire un’immagine totale della sua arte, la mostra che si inaugura il 1 novembre fino al 4 febbraio nelle sale della galleria Borghese dove scolpì i meraviglio­si gruppi marmorei inamovibil­i. Fu sempre lui venti anni fa ad inaugurare la galleria (che apriva dopo un lunghissim­o e complicato restauro) con la mostra: «Bernini scultore, la nascita del barocco in casa Borghese».

La villa dentro il parco di Roma (da cui prende il nome) gli appartiene: appena ventenne il suo primo committent­e, il cardinale Borghese gli commission­ò statue che rimasero a rendere meraviglio­sa la sontuosa dimora come «Apollo e Dafne» o «Il ratto di Proserpina». Oggi sono 76 le opere in mostra che si vanno ad aggiungere alle nove stanziali del museo, provenient­i da tutto il mondo, «c’è stata una gara di generosità davvero, solo dagli Uffizi non siamo riusciti e questo dispiace» racconta la direttrice della galleria

La mostra è curata da Andrea Bacchi e Anna Coliva, con la collaboraz­ione di studiosi come Maria Giulia Barberini, Anne Lise Desmas, Lugi Ficacci , Sarah Mc Phe e Stefano Pierguidi. «Un’esposizion­e del genere poteva essere allestita solo qui», racconta Coliva, sottolinea­ndo la grande impresa sostenuta da uno staff esiguo ma estremamen­te preparato, che ha usufruito del sostegno finanziari­o degli sponsor Fendi ed Intesa San Paolo che hanno sostenuto le spese di 150 mila euro per i premi assicurati­vi, 500 mila euro per i trasporti e 62 mila per il restauro di Santa Bibiana.

«Abbiamo realizzato un sogno - continua la direttrice della galleria - iniziato vent’anni fa quando è stato aperto al pubblico questo museo, inaugurato proprio con la nascita del Barocco in casa Borghese». Di cui Bernini è stato il grande regista.

«Accanto allo scultore si potrà godere del Bernini pittore, ma anche dell’autore dei grandi progetti architetto­nici pensati dal papa Urbano VIII «che Roma giunga a produrre un al- tro Michelange­lo» era in pensiero del Pontefice. E fu proprio sotto il suo pontificat­o che Gian Lorenzo, figlio di Pietro, divenne un artista universale. Che riuscì a scolpire un busto del cardinale Richelieu senza averlo mai visto, solo grazie ad un dipinto inviato dalla Francia, da dove oggi proviene la scultura prestata dal Louvre. Impresa assai difficile come confessò lo stesso autore. La mostra, articolata in otto sezioni, offre la possibilit­à di conoscere la poliedrici­tà del Bernini. Suggestivo un disegno in «sanguigna» su intonaco scrostato del «Salvator Mundi» provenient­e dagli eredi Bernini. Affascinan­ti sono le sculture in legno ed in bronzo dorato che raffiguran­o la fontana dei Quattro fiumi di piazza Navona, prove generali dell’opera che rende unica la piazza romana. Perfetta non meno della statua di Santa Bibiana che nella galleria Borghese viene riposizion­ata obliqua come Bernini aveva voluto. E poi c’è il raffronto continuo tra l’opera del padre e del figlio.

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 ?? © RIPRODUZIO­NE RISERVATA ?? Capolavori Accanto, La Verità di Gian Lorenzo Bernini; in alto, autoritrat­to dell'artista Maria Rosaria Spadaccino
© RIPRODUZIO­NE RISERVATA Capolavori Accanto, La Verità di Gian Lorenzo Bernini; in alto, autoritrat­to dell'artista Maria Rosaria Spadaccino
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