«Abbiamo paura a uscire»
I residenti del centro storico: «Pochi controlli e i locali vendono di tutto»
In piazza San Carlo ai Catinari, accanto a piazza Cairoli, animi accesi e discussioni continue sull’episodio accaduto sabato notte, quando Kartik Chondro , cameriere bengalese di 27 anni, è stato preso a pugni e calci dal branco. «Alcuni punti di questa zona mi ricordano New York», racconta Marco, appena tornato dalla Grande Mela e residente in via Monte della Farina. «Appena giri l’angolo si può trovare una strada buia ed incontrare l’”orco”, mentre sulla strada principale è tutto tranquillo. Qui, nei vicoli, dopo le due di notte è una giungla. E la città è buia, tornando dall’estero ho notato che la Capitale è molto buia».
Nella contigua via dei Giubbonari molto commercianti sono rimasti colpiti dall’episodio, si dichiarano addolorati, lamentano scarsi controlli da parte dei vigili urbani. E Letizia Tavella, presidente dell’associazione «Alla Regola», ricorda che lei stessa più volte, come altri cittadini, ha dovuto chiamare il 113 per pugni e botte in strada: «L’episodio non mi è suonato nuovo», dice. «Mi ricordo di dover essere intervenuta due volte ultimamente per episodi simili in via Trinità dei Pellegrini e in via delle Zoccolette. Queste sono situazioni del centro come delle periferie, ma qui i cittadini non si sentono protetti. Sono decenni che combattiamo contro l’arroganza dei locali pubblici non in regola e degli ambulanti abusivi: durante tutta la settimana abbiamo l’inquinamento acustico ed il sabato anche queste violenze».
Poco più in là, nel Ghetto, Valeria Grilli ammette che «la notte c’è sempre moltissima gente ed una movida selvaggia che va avanti fino a notte alta. Noi residenti - aggiunge - finora non abbiamo mai avuto paura ad uscire di casa, ma questi episodi incontrollabili lasciano capire che un luogo come il giardino di piazza Cairoli la sera va chiuso, non lasciato aperto. È brutto pensare che possa tornare ad essere pericoloso girare durante le ore notturne, fa quasi ripensare agli “anni di piombo” ».
«Non bisogna mettersi in allarme», sottolinea Viviana Piccirilli Di Capua, dell’Associazione abitanti centro storico. «La città è anche presidiata per la sicurezza contro il terrorismo. Quello che è vero è la mancanza di controlli, aggiunge. «La legge Minniti sulla sicurezza urbana è abbastanza disattesa per la parte territoriale e non possiamo sempre affidarci alle forze dell’ordine, che anzi ringraziamo. Non deve essere uno Stato di polizia, ci devono essere invece i controlli della polizia municipale che da questo punto di vista è completamente assente ed ha delegato tutto alle forze dell’ordine. Se ci fossero multe e controlli - conclude - sull’orario dei locali, sulle soste selvagge, si creerebbe più ordine in questa città. Un tema poi è quello che riguarda le famiglie e la scuola: non possono spogliarsi delle responsabilità, ma devono riprendere l’attenzione su questi ragazzi, che spesso sono minorenni».
Dall’altra parte di ponte Sisto, in Trastevere, stesse polemiche e proteste. «Anche qui abbiamo avuto questi atti violenti», afferma Dina Nascetti di «Vivere Trastevere». «E quando sono scesa alle 2 o alle 3 di notte mi sono sentita a volte rispondere “Signò che non lo sa che veniamo a fare la Trasteverata? “. Il problema resta la movida selvaggia, la mancanza di controlli, l’abusivismo: queste azioni, però, sono una vergogna e non vanno più tollerate».