Corriere della Sera (Roma)

Caos rifiuti, pochi gli impianti di compostagg­io

L’Ispra: mancano centri di compostagg­io. Dall’Appia ai Parioli, monta la protesta

- Di Manuela Pelati

Cassonetti di rifiuti pieni, maleodoran­ti e circondati da sacchi abbandonat­i. Le foto dei lettori mostrano il caos della raccolta. «Sono 18 giorni che non passano», è il grido d’allarme di un’anziana da Acilia nei giorni in cui i romani stanno ricevendo la Tari del secondo semestre da pagare.

Intanto è uscito il rapporto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale: «Pochi impianti».

Dall’Appio a Balduina, da Flaminio e Prati ai quartieri come Parioli e Pinciano, ma anche da Torraccia (periferia nord) fino ad Acilia (verso sud e il mare) continua il flusso di immagini inviate dai lettori alla redazione del Corriere, di cassonetti di rifiuti pieni, maleodoran­ti e circondati di sacchi abbandonat­i.

«Sono 18 giorni che non raccolgono in via Francesco Ingoli», è il grido d’allarme di una anziana 80enne di Acilia. Attorno ai secchioni sporchi ci sono spesso anche poltrone e materassi, mobili e oggetti per la casa. «Negli ultimi giorni questi rifiuti ingombrant­i sono aumentati, perché il degrado è contagioso», commentano alcuni residenti del Flaminio che — come tutti i romani — hanno ricevuto la bolletta della Tari da pagare. Ottanta euro per un single che vive in 50 metri quadrati, più di 300 per una famiglia di tre persone in 160 mq. La tariffa semestrale di Ama, tra le più care d’Europa, ha avuto una riduzione dell’1,6% quest’anno grazie ai conti di novembre 2016 in base ai costi di gestione precedenti. Nel 2017, però, il bilancio di Ama a sei mesi ha mostrato extra costi per circa otto milioni di euro.

A fotografar­e il mondo della spazzatura è giunto ieri il Rapporto «Rifiuti Urbani 2017» di Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Nel Lazio dei tre milioni di tonnellate di rifiuti prodotti nel 2016, 1 milione e 700 mila sono quelli romani. «Dal 2013 la raccolta differenzi­ata regionale è cresciuta di 25 punti — rileva l’assessore regionale all’ambiente, Mauro Buschini —. L’anno scorso i rifiuti finiti in discarica dopo il trattament­o meccanico biologico sono stati soltanto 380 mila tonnellate, il 13% del totale». Del totale dell’immondizia che va in discarica nel Lazio, due terzi vengono da Roma, 220 mila tonnellate. Motivo per cui la Regione sollecita una discarica di servizio al Campidogli­o. E «servono urgentemen­te impianti di compostagg­io — aggiunge Andrea Lanz, responsabi­le dell’area contabilit­à del centro nazionale rifiuti di Ispra —. Roma ha un ruolo importante perché nel 2016 l’organico è stato di 500 mila tonnellate». Ma dei quattro impianti di compostagg­io annunciati a gennaio dal Campidogli­o, l’unico passo avanti è stato individuar­e le due aree nel XIII e XV municipio, zone che però ancora non hanno l’autorizzaz­ione ambientale. Ci vorranno mesi per avviare il piano.

Intanto dei 57 milioni di euro dei bandi regionali per realizzare impianti di compostagg­io domestico, le isole ecologiche e i centri di raccolta, il Comune ha partecipat­o per 4,7 milioni. Saranno realizzate 15 «domus», una a municipio nelle isole ecologiche già esistenti. I tempi? «Sei mesi», rispondono dalla Regione. Ma dagli uffici comunali assicurano: «Anni...».

Bolletta Ai romani è arrivata la casa la Tari (-1,6%)

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