Caos rifiuti, pochi gli impianti di compostaggio
L’Ispra: mancano centri di compostaggio. Dall’Appia ai Parioli, monta la protesta
Cassonetti di rifiuti pieni, maleodoranti e circondati da sacchi abbandonati. Le foto dei lettori mostrano il caos della raccolta. «Sono 18 giorni che non passano», è il grido d’allarme di un’anziana da Acilia nei giorni in cui i romani stanno ricevendo la Tari del secondo semestre da pagare.
Intanto è uscito il rapporto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale: «Pochi impianti».
Dall’Appio a Balduina, da Flaminio e Prati ai quartieri come Parioli e Pinciano, ma anche da Torraccia (periferia nord) fino ad Acilia (verso sud e il mare) continua il flusso di immagini inviate dai lettori alla redazione del Corriere, di cassonetti di rifiuti pieni, maleodoranti e circondati di sacchi abbandonati.
«Sono 18 giorni che non raccolgono in via Francesco Ingoli», è il grido d’allarme di una anziana 80enne di Acilia. Attorno ai secchioni sporchi ci sono spesso anche poltrone e materassi, mobili e oggetti per la casa. «Negli ultimi giorni questi rifiuti ingombranti sono aumentati, perché il degrado è contagioso», commentano alcuni residenti del Flaminio che — come tutti i romani — hanno ricevuto la bolletta della Tari da pagare. Ottanta euro per un single che vive in 50 metri quadrati, più di 300 per una famiglia di tre persone in 160 mq. La tariffa semestrale di Ama, tra le più care d’Europa, ha avuto una riduzione dell’1,6% quest’anno grazie ai conti di novembre 2016 in base ai costi di gestione precedenti. Nel 2017, però, il bilancio di Ama a sei mesi ha mostrato extra costi per circa otto milioni di euro.
A fotografare il mondo della spazzatura è giunto ieri il Rapporto «Rifiuti Urbani 2017» di Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Nel Lazio dei tre milioni di tonnellate di rifiuti prodotti nel 2016, 1 milione e 700 mila sono quelli romani. «Dal 2013 la raccolta differenziata regionale è cresciuta di 25 punti — rileva l’assessore regionale all’ambiente, Mauro Buschini —. L’anno scorso i rifiuti finiti in discarica dopo il trattamento meccanico biologico sono stati soltanto 380 mila tonnellate, il 13% del totale». Del totale dell’immondizia che va in discarica nel Lazio, due terzi vengono da Roma, 220 mila tonnellate. Motivo per cui la Regione sollecita una discarica di servizio al Campidoglio. E «servono urgentemente impianti di compostaggio — aggiunge Andrea Lanz, responsabile dell’area contabilità del centro nazionale rifiuti di Ispra —. Roma ha un ruolo importante perché nel 2016 l’organico è stato di 500 mila tonnellate». Ma dei quattro impianti di compostaggio annunciati a gennaio dal Campidoglio, l’unico passo avanti è stato individuare le due aree nel XIII e XV municipio, zone che però ancora non hanno l’autorizzazione ambientale. Ci vorranno mesi per avviare il piano.
Intanto dei 57 milioni di euro dei bandi regionali per realizzare impianti di compostaggio domestico, le isole ecologiche e i centri di raccolta, il Comune ha partecipato per 4,7 milioni. Saranno realizzate 15 «domus», una a municipio nelle isole ecologiche già esistenti. I tempi? «Sei mesi», rispondono dalla Regione. Ma dagli uffici comunali assicurano: «Anni...».
Bolletta Ai romani è arrivata la casa la Tari (-1,6%)