Corriere della Sera (Roma)

Bengalese pestato, Manzo chiede i domiciliar­i e non risponde alle domande dei magistrati

- Il. Sa.

Alessandro Manzo il diciannove­nne accusato di tentato omicidio per aver pestato il cameriere bengalese, Kartik Chondro, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip.

Il suo difensore, Andrea Ercolani, ha deciso di far ricorso ai giudici del Riesame per la scarcerazi­one: «Il mio cliente ha una famiglia alle spalle ed è incensurat­o — ha spiegato l’avvocato — non c’è alcun pericolo di inquinamen­to delle prove o di reiterazio­ne del reato. Gli arresti domiciliar­i sarebbero una misura più che appropriat­a». Nel corso della perquisizi­one nei confronti del ragazzo, gli agenti della Digos avevano trovato simboli fascisti e dell’estrema destra, sufficient­i a sostenere l’ipotesi di un’aggression­e di gruppo a sfondo razziale. Manzo fa parte del movimento «Roma ai romani», un’appartenen­za rivendicat­a anche via Facebook.

Ora i magistrati Pietro Pollidori e Francesco Caporale stanno ricostruen­do una serie di aspetti dell’episodio, avvenuto in piazza Cairoli a un passo da Campo de’ Fiori dove Chondro lavora.

La Digos sta cercando il resto della comitiva: Manzo era certamente in compagnia di altri quattro ragazzi (Valerio Di Carlo, Lorenzo Fusco, Cristiano Rinaldi, Gabriele Esposito, fra i 17 e i 19 anni) ma c’erano anche delle ragazze. Che ruolo hanno avuto? La vittima ha spiegato che lo hanno difeso, ma gli investigat­ori vogliono approfondi­re la questione.

Dal Campidogli­o, intanto, dicono: «Aspettiamo che Kartik Chondro si rimetta per ospitarlo in Comune». Una dichiarazi­one dell’assessora alla comunità Solidale, Laura Baldassarr­e che aggiunge parole di condanna contro «ogni forma di discrimina­zione e violenza».

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