Quell’umanità fragile nel «Paradiso» negato
Vite ai margini per Babilonia Teatri. Fra elettronica e punk
Babilonia Teatri indaga il Paradiso. Lo fa alla propria maniera, per Romaeuropa Festival, con un set musicale elettronico e sonorità filtrate attraverso un computer: «Suoni spesso acidi, che diventano anima e corpo del nostro Paradiso negato» spiega la compagnia che si definisce in azione «per un teatro pop, per un teatro rock, per un teatro punk».
Diretta da Enrico Castellani e Valeria Raimondi, ha già affrontato le prime due cantiche prima di arrivare a Paradiso, che verrà rappresentato venerdì e sabato al Teatro India: in scena Enrico Castellani, Daniele Balocchi, Amer Ben Henia, Joyce Dogbe, Josephine Edu, accompagnati dalle musiche di Marco Sciammarella, Claudio Damiano, Carlo Pensa della coooperativa Allegro Moderato di Milano, gestita da esperti e insegnanti con esperienza nella musicoterapia e nella riabilitazione.
«Un giorno ci siamo svegliati e ci siamo accorti che a fianco alle nostre vite ne correvano delle altre. Correvano su binari paralleli, a pochi metri da noi, ma era evidente che i nostri binari e i loro non si sarebbero mai incontrati»: è la premessa del Paradiso della formazione teatrale di Verona, che dà voce a tre ragazzi minorenni ospiti di una comunità per minori in affido ai servizi sociali. Lo spettacolo racconta come le loro vite incarnino per noi l’idea di un Paradiso negato: «La storia di chi non ha avuto la possibilità di vivere la propria purezza, perché qualcuno di molto vicino non gliel’ha permesso».
Allegro Moderato è un contraltare musicale intenso, necessario: «Il Paradiso è il luogo per antonomasia della musica. Luogo celestiale dove la musica e il canto accompagnano Dante lungo tutto il suo cammino. Da qui l’idea della musica dal vivo. Musica non come sfondo né atmosfera, ma come
È la storia di chi non ha avuto la possibilità di vivere la propria purezza
Qual è il significato di Inferno, Purgatorio e Paradiso nel nostro mondo
drammaturgia. Come attore dello spettacolo».
Note non necessariamente celestiali: «La partitura segue e determina le onde dello spettacolo — spiegano gli attori/ricercatori di Babilonia Teatri —. È un grembo sonoro, a cui Allegro Moderato dà vita con la sensibilità di chi oltre ad essere musicista conosce e incarna molte pieghe delle fragilità umane. Suoni spesso acidi, anima e corpo del Paradiso negato». In scena, anche la compagnia di attori
ZeroFavole, composta da disabili e volontari. Se il Paradiso esiste, è lì che abita, «fra le persone che per ragioni diverse vivono ai margini della nostra società. Vite e vissuti che spesso vivono sommersi, e con i quali difficilmente si viene a contatto».
Da Carmelo Bene ai Magazzini, a Leo De Berardinis, alla compagnia Raffaello Sanzio, al teatro delle Albe, in molti, innovatori del teatro, hanno affrontato le cantiche dantesche con visioni contemporanee
e di grande originalità. Lo fa, con identica attenzione, e un passo oltre la consuetudine delle vite uniformate e prevedibili, Babilonia Teatri: «Il nostro lavoro non vuole in nessun modo cercare di trasporre l’opera di Dante sul palcoscenico, ma prova piuttosto ad interrogarsi su quale significato possano assumere termini come Inferno, Purgatorio e Paradiso oggi, nel nostro mondo e nelle nostre vite».