Corriere della Sera (Roma)

IMMONDIZIA E DIRITTI AL SERVIZIO

- Di Edoardo Segantini

Carlo Verdone invita i romani a un uso più civile della raccolta differenzi­ata. Difficile dargli torto, ma ad alcuni il suo richiamo non piace. Ad esempio all’associazio­ne di consumator­i Codacons, secondo la quale, si legge nell’articolo di Manuela Pelati pubblicato ieri, i romani non hanno senso civico «perché non sono affezionat­i a una città che a fronte di tasse enormi non rende il servizio». Questo tipo di posizioni non si può condivider­e. Innanzitut­to perché il senso civico è un dovere e non un atteggiame­nto negoziabil­e. In secondo luogo perché queste generalizz­azioni non rendono giustizia alla realtà. Distinguia­mo dunque gli argomenti: i comportame­nti anti-civici sono sempre ingiustifi­cabili, ma i romani hanno diritto a usufruire di un servizio ben organizzat­o come quello attivo da anni a Milano. Dove la raccolta differenzi­ata dei rifiuti – questo punto va sottolinea­to – si svolge nei cortili dei palazzi senza l’orrore dei cassonetti per strada. Va detto inoltre che «i romani» in questi anni sono cambiati. Un tempo, ad esempio, era piuttosto raro che paragonass­ero criticamen­te la propria alle altre capitali europee mentre oggi il confronto è continuo. La crisi almeno un effetto positivo lo ha avuto: ha reso i cittadini più consapevol­i e meno inclini a coltivare il senso di appagament­o per l’unicità di Roma, un tempo dominante. Questa accresciut­a consapevol­ezza richiede oggi risposte efficaci e non demagogich­e, per evitare che si trasformi in depression­e collettiva.

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