IMMONDIZIA E DIRITTI AL SERVIZIO
Carlo Verdone invita i romani a un uso più civile della raccolta differenziata. Difficile dargli torto, ma ad alcuni il suo richiamo non piace. Ad esempio all’associazione di consumatori Codacons, secondo la quale, si legge nell’articolo di Manuela Pelati pubblicato ieri, i romani non hanno senso civico «perché non sono affezionati a una città che a fronte di tasse enormi non rende il servizio». Questo tipo di posizioni non si può condividere. Innanzitutto perché il senso civico è un dovere e non un atteggiamento negoziabile. In secondo luogo perché queste generalizzazioni non rendono giustizia alla realtà. Distinguiamo dunque gli argomenti: i comportamenti anti-civici sono sempre ingiustificabili, ma i romani hanno diritto a usufruire di un servizio ben organizzato come quello attivo da anni a Milano. Dove la raccolta differenziata dei rifiuti – questo punto va sottolineato – si svolge nei cortili dei palazzi senza l’orrore dei cassonetti per strada. Va detto inoltre che «i romani» in questi anni sono cambiati. Un tempo, ad esempio, era piuttosto raro che paragonassero criticamente la propria alle altre capitali europee mentre oggi il confronto è continuo. La crisi almeno un effetto positivo lo ha avuto: ha reso i cittadini più consapevoli e meno inclini a coltivare il senso di appagamento per l’unicità di Roma, un tempo dominante. Questa accresciuta consapevolezza richiede oggi risposte efficaci e non demagogiche, per evitare che si trasformi in depressione collettiva.