Prima Porta, l’acqua manca in molte zone
Disagi al cimitero, nel giorno di maggiore affluenza. I visitatori si portano le taniche
«Ci scusiamo per il disagio»: il cartello fissato sugli ingressi certifica che nel cimitero di Prima Porta c’è un problema acqua. Ieri, nella giornata dei Morti, una squadra di Ama ha lavorato per attivare più fontanelle possibile, ma intere porzioni di cimitero erano a secco. E molti cittadini, tanica in mano, hanno dovuto macinare chilometri.
«Causa manutenzione straordinaria dell’impianto può verificarsi l’interruzione del flusso idrico. Ci scusiamo per il disagio arrecato». Già il cartello fissato - con viti nuove di zecca - agli ingressi del cimitero Flaminio annuncia che i lavori per ripristinare l’efficienza della rete idrica sono in corso. Del resto sulla scrivania della Raggi c’è ancora una lettera - con ricevuta del Gabinetto del 28 marzo scorso - che chiede con urgenza le «dovute manutenzioni dei servizi idrici», firmato Comitato tutela cimiteri. In effetti non è rimasta lettera morta, diciamo: seppure a distanza di sette mesi e dopo le reiterate proteste dei cittadini (alcune riportate da Ugo Russo su Orticaweb.it), girovagando nell’enorme struttura funebre di Prima Porta si vedono due operai del servizio cimiteri Ama alle prese con la chiave inglese. E, sì, pure con una certa fretta visto che il giorno, 2 novembre, garantisce un surplus nell’affluenza. Tubi provvisori, giunti improvvisati, rubinetti ancora nel cellophane e un reticolo di collegamenti di fortuna: questa la scena, tutto pur di limitare il disagio delle persone in visita ai cari defunti.
«È una vergogna - ci dice un signore, 70-75 anni, intento a riempire il suo recipiente ad una fontanella attiva -. Tolgo l’acqua sporca, la porto qui e poi torno là», indica una zona a 3- 400 metri e aggiunge: «Cioè, qua non si viene mica a fare le passeggiate di salute». Dall’altra parte della mega struttura intanto c’è il responsabile dei cimiteri capitolini, Maurizio Compagnoni, che al Tg3 parla di una questione idrica «risolta: non vi è nessun tipo di problema nell’erogazione dell’acqua. Però Ama entro il 30 novembre completerà una rivisitazione dell’impianto per stare più tranquilli». Perché evidentemente un problema c’era.E in porzioni intere di cimitero c’è ancora.
Forse meglio parlare di questione in via di risoluzione, almeno a giudicare dai controlli fatti dal cronista (con fotografo al seguito: servizio su Corriere. qua e là nell’immensa struttura. Nella quale l’acqua era mai come ieri un bene prezioso, soprattutto tra i blocchi G, H e I, residenze funerarie un tempo belle e rigogliose di fiori e oggi, a causa anche dei rubinetti a secco, autentici monumenti alla decadenza. «Era l’anniversario della morte di mio figlio, il 12 giugno, e l’acqua c’era - ci dice il signore di prima -. Poi sono venuto per il suo compleanno, ad agosto, e l’acqua non l’ho più trovata». Quindi si uniscono alla denuncia due signore con tanica d’ordinanza, e di rassegnazione. Si forma un crocchio di persone. «Prima dell’estate l’acqua c’era, poi pensavo l’avessero tolta per la siccità, ma non l’hanno più messa. Qua le fontanelle sono tutte a secco», dice una. E l’altra: «La scorsa settimana abbiamo girato tutto il cimitero, ho pure chiesto ai custodi ma non sapevano nulla. E oggi mi sono portata la tanica...».
Stesse parole e stesse taniche nelle palazzine dei loculi dove le lapidi accatastate in un angolo sono rotte come il nome che portano impresso. E nei riquadri 202, 203 e via contando per tutta la collina, mentre alcuni anziani tolgono dalla bauliera dell’auto le damigiane di plastica riempite con l’acqua dei serbatoi d’emergenza che un’altra squadra di Ama mantiene a livello. Perché l’acqua è vita. Anche al cimitero.
La rabbia «È una vergogna. Qui non si vengono certo a fare delle passeggiate di salute...»