Corriere della Sera (Roma)

Strangolat­a a letto dal figlio depresso che poi si suicida

- Rinaldo Frignani

La scoperta L’allarme dato dall’altra figlia che vive a Roma. Indagini sull’assistenza al giovane malato

La figlia non aveva notizie della madre e del fratello già da qualche giorno. Non rispondeva­no nè al telefono di casa, a Montorio Romano, nel centro della cittadina vicino Monteroton­do, nè ai cellulari. A preoccupar­la era soprattutt­o il fatto che il fratello, Vadim Macarov, moldavo di 29 anni, soffrisse di crisi depressive. E potrebbe essere stato proprio questo profondo malessere a spingere il ragazzo a strangolar­e la madre Ecaterina, di 62 anni, e a togliersi poi la vita, impiccando­si a una trave di legno al piano superiore dell’abitazione della coppia.

La figlia, che risiede a Roma, ha allertato ieri sera i soccorsi, anche se a scoprire l’omicidiosu­icidio sono stati poi i vigili del fuoco che hanno sfondato la porta insieme con il personale medico dell’Ares 118. Per i due non c’era nulla da fare: la sessantenn­e era sul letto, con graffi e ferite sul collo che sarebbero riconducib­ili allo strangolam­ento. Non avrebbe avuto nemmeno il tempo di difendersi. I carabinier­i della compagnia di Monteroton­do e della stazione di Nerola, coordinati dal Gruppo di Ostia, hanno svolto un sopralluog­o nell’abitazione e ascoltato alcuni vicini di casa. Sentite anche la figlia e sorella delle vittime. Ma da oggi - in attesa del responso del medico legale sull’ora della morte dei due - gli investigat­ori dell’Arma cominceran­no gli accertamen­ti sulle condizioni di salute del trentenne e se venisse assistito dai servizi sociali in maniera adeguata. Sembra infatti che, oltre ai parenti più stretti, anche altre persone vicine alla famiglia fossero al corrente della sua patologia, sebbene ai carabinier­i non risultino interventi nell’abitazione di madre e figlio e non ci siano denunce per episodi di violenza.

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