Il gip: Alessio Manzo voleva uccidere
Convalidato l’arresto dell’aggressore di Chondro Kartik
«Ripetuti, violentissimi colpi inferti anche in zone vitali, idonei ed univocamente diretti ad uccidere». Se Chondro Kartik è ancora vivo lo deve solo alla presenza di alcuni testimoni, i quali hanno impedito che il suo pestaggio da parte di cinque ragazzi romani, tra i 17 e i 19 anni, la notte del 29 ottobre in largo Cairoli, proseguisse. Anzi, quando uno di questi, Alessio Manzo, 18 anni, è tornato sui suoi passi per «sferrare un potente calcio al volto del bengalese già in terra e sanguinante» è evidente che «ritenesse già raggiunto l’esito infausto». Lo scrive il gip Elvira Tamburelli nell’ordinanza con cui convalida l’arresto del 19enne, legato a movimenti di estrema destra e accusato di tentato omicidio. Gli altri 4 aggressori sono indagati a piede libero per lesioni. Proprio quell’ultimo calcio «ad azione apparentemente compiuta», rappresenta per il giudice «un’evoluzione dell’aggressione di gruppo, l’ultima chiarissima espressione di tracotanza e violenza e disprezzo verso il cittadino straniero in quanto tale e non lascia dubbi» sulle intenzioni di Manzo.
Confermata anche l’aggravante dell’odio razziale contesta dal procuratore aggiunto Francesco Caporale. Manzo resta in carcere per il concreto ed elevato pericolo che compia altre azioni simili «nonostante la sua apparente incensuratezza» e in considerazione «della gravità e del fortissimo allarme sociale che destano comportamenti di tal fatta». Ossia, « un’azione lesiva di gruppo immotivata, improvvisa e cruenta » , rispetto alla quale, restando a Manzo, «è illuminante, in senso decisamente negativo della sua personalità, la determinazione sprezzante e sopraffattrice, che ne rivela l’inclinazione aggressiva assai spiccata, nonostante l’età giovanissima».
Manzo resta dunque in carcere e il gip aggiunge che non solo «non è meritevole al momento di nessuna fiducia» per alleviare la custodia, ma che «si esclude, in caso di condanna, che possa fruire di benefici come la sospensione della pena o che se la cavi con meno di tre anni (dunque evitando il carcere).
L’ordinanza «Colpi violentissimi e ripetuti»: per il giudice nessun dubbio sulle intenzioni del 18enne