Case, torri e palazzi a «porte aperte»
Visite nei luoghi di solito inaccessibili
C’è un palazzo, in piazza Santi Apostoli, che conserva il sepolcro di Michelangelo Buonarroti, anche se le spoglie dell’artista vi restarono appena un mese, prima di essere trafugate di notte e in gran segreto dal nipote Leonardo verso Firenze, dove furono sepolte con grandi onori in Santa Croce. Il palazzo prende il nome dal cardinale Giuliano della Rovere, che vi andò ad abitare trent’anni prima di diventare papa col nome di Giulio II e quindi committente di Michelangelo per moltissimi lavori, compresi gli affreschi della Cappella Sistina. L’edificio è chiuso al pubblico, ma si può vedere grazie alle visite proposte dall’associazione Turismo culturale, che ha organizzato per il mese di novembre la quinta edizione di «Palazzi di Roma a porte aperte», con apertura straordinaria di oltre cinquanta tra palazzi privati, case, torri, affreschi, cicli decorativi realizzati dal Medioevo fino al Novecento e con numerosi itinerari urbani affiancati da escursioni fuori Roma.
Le visite, che saranno guidate da storici dell’arte, si snodano tra le opere di Raffaello e Canova, Giulio Romano e Valadier, Vasari e Piacentini, Bernini e Moretti, in un percorso cronologico che abbraccia tutte le correnti artistiche e architettoniche che si sono succedute nella Città Eterna. Si potrà salire fino alla terrazza del palazzetto in via del Parione, detto di Sisto V perché vi abitò la nipote del papa, Flavia Peretti, moglie di Virginio Orsini duca di Bracciano, per passeggiare nel giardino pensile fatto costruire dal duca in occasione delle nozze.
Si potrà entrare nel severo Palazzo dell’aeronautica al Castro Pretorio, dove è conservato lo studiolo di Italo Balbo, e nella Casa madre dei mutilati di Guerra a Piazza Adriana, dove sono ancora intatti gli arredi di Marcello Piacentini, che la progettò, e gli affreschi di Mario Sironi nella Sala del consiglio. Si potranno scoprire antichi capolavori, come i resti degli affreschi che una volta abbellivano la torre fatta costruire ai piedi dell’Ara Coeli da Paolo III Farnese e demolita nel 1886 per fare spazio al Vittoriano. Prenotazione obbligatoria, aperte@turismoculturale.org, tel. 06.4542.1063,