LA PRIMA SPIAGGIA
Ostia non è l’ultima spiaggia, ma la prima. E’ stata l’occasione numero uno per sottoporre al giudizio elettorale l’amministrazione Raggi, che nel 2016 giunse in Campidoglio surfando sull’indignazione romana per quanto combinato da centrosinistra e centrodestra negli anni appena trascorsi. La sindaca, al Lido, prese il 44 per cento al primo turno (e il 77 per cento al ballottaggio). Un grande risultato che il voto di domenica ha però limato di quasi un terzo, lasciando alla sua candidata, Giuliana Di Pillo, un 31 per cento che la porta comunque al ballottaggio del 19 novembre contro Monica Picca, candidata del centrodestra.
Che cosa ha influito su questa perdita di consensi? Certamente l’affluenza alle urne, giunta ai minimi: nell’immenso Decimo Municipio, grande quanto Venezia, ha votato domenica un elettore su tre. Gli altri due sono rimasti a casa, un po’ distratti, un po’ disamorati. Tra quei due, probabilmente, c’era qualcuno che nel 2016, conquistato dalla freschezza di Raggi e dei suoi, si era lasciato sedurre. Oggi in lui ha prevalso il disamore: niente merita la mia fatica di uscire di casa e votare.
Un segnale curioso per chi, come i grillini, si è sempre rivolto alla cosiddetta antipolitica, che oggi – parzialmente - volta le spalle pure a loro.
In questo girarsi da un’altra parte c’è sicuramente anche una forte delusione: era stata annunciata una rivoluzione, ma al Lido (e in quasi tutta la città) non se ne vede grande traccia. Quindi, per ora, adieu.
Un altro dato significativo che emerge da questo primo turno, è il declino del Pd, che lì, ricordiamolo, ha amministrato finendo in grossi guai giudiziari. Un declino forse in parte arginato dal grande lavoro sul territorio di un ancien combattant come Athos De Luca. A fare da contrappunto a questa discesa, il gran risultato ottenuto dagli estremisti di destra di CasaPound: un 9 per cento che coagula forze insofferenti e non solo sensibili al neofascismo. Dove andranno i voti del Pd e di CasaPound? Saranno loro, insieme agli elettori di don De Donno, simpatico prete di frontiera, a determinare il risultato finale. Una partita che è la prima, seria, a vedere in palio la tenuta (politica) della sindaca. Si scrive Ostia, si legge Roma.