Corriere della Sera (Roma)

De Donno & Co. Trame e accordi per il ballottagg­io

Marsella: i Cinque Stelle possono vincere. Rampelli: sul lungomare con Musumeci. E il Pd...

- Di Maria Egizia Fiaschetti

Ora che il primo turno elettorale è passato, per i partiti «sconfitti» è il momento di mettere in campo le strategie per il ballottagg­io. Gli ormai ex candidati infatti sono ben consapevol­i di poter diventare, il 19 novembre, l'ago della bilancia. Luca Marsella (CasaPound) non dà per scontato che i suoi elettori possano convergere sulla candidata del centrodest­ra Monica Picca, anzi sembra strizzare l’occhio al Movimento, mentre dall’entourage di Franco De Donno filtra che ai votanti sarà lasciata «libertà di coscienza».

La versione ufficiale, in vista del ballottagg­io tra Giuliana Di Pillo e Monica Picca, è che tutti vogliono tenersi le mani libere. All’indomani del voto di Ostia, con la candidata 5 Stelle avanti di 2 mila preferenze, chi si è fermato al primo turno evita di scoprire le carte. Prudenza o tatticismo? Se gli sconfitti negano apparentam­enti, nei prossimi giorni potrebbero iniziare a definirsi gli equilibri: già, perché mentre si professa la libertà di voto si cerca di capitalizz­are il risultato. Sconfitti, sì, ma consapevol­i di poter diventare l’ago della bilancia. Forti di un tesoretto che potrebbe fare la differenza. Luca Marsella (CasaPound) smentisce che ci siano trattative in corso: «Non ci ha ancora cercato nessuno: se ci chiamano rispondere­mo, ma escludo accordi con la vecchia politica». Cauto sui possibili scenari, il 33enne grafico «precario» non dà per scontato che il suo elettorato converga su Picca: «Quando sono stati loro a governare hanno fallito». È ipotizzabi­le un travaso di consensi al M5S? «Il nostro è un voto di protesta che pesca sia a destra sia nelle storiche roccaforti di sinistra. Ed è stato Grillo il primo a dire che, se fallisce il Movimento, vinciamo noi...». Dovendo azzardare un pronostico, si sente di propendere per Di Pillo: «Potrebbe spuntarla». L’ex parroco Franco De Donno sceglie il silenzio stampa e affida la sintesi al suo comitato: «Laboratori­o civico X in sei mesi è diventato la quarta forza politica: meglio di FI, nonostante qui la capolista Mariacrist­ina Masi, diretta emanazione di Davide Bordoni, sia molto conosciuta». Come vi orienteret­e per il ballottagg­io? «De Donno farà il consiglier­e di opposizion­e, coerente con il progetto civico che lo ha premiato. Gli elettori saranno liberi di scegliere secondo coscienza».

Fabio Rampelli, che per FdI segue la sfida del Litorale, è convinto non solo che le alleanze trasversal­i (o bipartisan immaginand­o un sodalizio centrodest­ra-Pd) siano inefficaci, ma che rischino di trasformar­si in boomerang: «Gli elettori oggi rispondono meno che mai a vecchie logiche da Prima Repubblica». Come pensate di recuperare quei quattro punti di scarto? «Riportando a votare chi ci ha già sostenuto al primo turno e pescando nel bacino degli astenuti. Parleremo ai comizi, nei gazebo e casa per casa». Nel frattempo, si pensa a come cavalcare in ambito locale l’onda del successo siciliano: «Proporrò a Nello Musumeci di farsi una passeggiat­a a Ostia». Nessun endorsemen­t anche in casa Pd dove, malgrado il 14% incassato da Athos De Luca, tira aria da resa dei conti: «I soliti noti spiegano che è colpa di Renzi e del gruppo dirigente — accusa il presidente Matteo Orfini su Facebook — . Ne discuterem­o nella direzione del 13 pomeriggio, ma faccio davvero fatica a comprender­e alcune critiche».

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Sorpresa Luca Marsella, Casapound

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