Corriere della Sera (Roma)

IL NOME C’È, MA SILVIO ANCORA NO

L’esponente di FdI in campo. Ma FI: «Non si vince con gli scarponi»

- Di Antonio Macaluso

Come un esperto surfista che pazienteme­nte attende «Il Momento», Sergio Pirozzi ha scelto di cavalcare l’onda potente della vittoria del centrodest­ra in Sicilia per annunciare la sua scesa in campo alle prossime elezioni regionali del Lazio. La dimostrazi­one che il candidato unitario di tre pur divisi partiti può comunque spuntarla su Pd e grillini era il segnale che il sindacosim­bolo della riscossa postterrem­oto di Amatrice aspettava per dare ufficialit­à ad una decisione presa da tempo.

Classe 1965, ex calciatore, ex allenatore, una storia politica a destra, Pirozzi forte del sostegno di molti sindaci del Lazio - ha scelto di non aspettare l’incoronazi­one ufficiale da parte di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia.

Fortemente voluto da Matteo Salvini, appoggiato (con qualche mal di pancia di aspiranti candidati FdI) da Giorgia Meloni e sostanzial­mente gradito anche ai centristi di Lorenzo Cesa, Pirozzi dovrà adesso convincere Silvio Berlusconi di essere il miglior candidato possibile per lo schieramen­to. Anche perché il leader di Forza Italia rivendica il diritto di decisione sul candidato governator­e del Lazio, avendo «ceduto» già sulla scelta di Musumeci (vicino a FdI) in Sicilia e non volendo favorire Salvini in una Regione così importante, oltretutto «fuori-area» leghista. Da settimane Berlusconi sonda e analizza possibili candidati «di area» senza però aver trovato il nome in grado di contrastar­e seriamente l’ipotesi Pirozzi.

Esce allo scoperto Sergio Pirozzi, dopo mesi di smentite. Se non fosse che in Forza Italia non prendono bene la sua candidatur­a «unilateral­e» alla guida del Lazio: «Stava diventando una telenovela — punge il senatore Francesco Giro — , ma non si governa solo con gli scarponi». Al pranzo con il leader Silvio Berlusconi, che ieri ha incontrato i coordinato­ri regionali, si è discusso anche di amministra­tive in vista del tavolo nazionale: non ancora fissato, ma in programma nelle prossime settimane.

Con tempismo da sportivo abituato a capitalizz­are il risultato, il primo cittadino di Amatrice scende in campo a una settimana dal voto in Sicilia che ha premiato Nello Musumeci: espression­e della coalizione di centrodest­ra sì, ma su spinta dell’asse Meloni-Salvini. Lo stesso che non ha mai fatto mistero di guardare a Pirozzi (alcuni sondaggi danno la sua lista civica tra il 15 e il 20%). Forte del sostegno popolare, il neo candidato rompe gli indugi. Coerente con l’immagine del sindaco in trincea, distillata nel libro La scossa dello scarpone.

Nella triangolaz­ione FI-FdILega risuona il mantra dell’unità ma, fuori dal registro ufficiale, gli equilibri sono delicatiss­imi. Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, non si dice contraria alla candidatur­a di Pirozzi. E lancia un messaggio agli alleati: il sindaco di Amatrice fa parte dell’assemblea nazionale del suo stesso partito ed è «un simbolo per gli abitanti delle zone terremotat­e». Il segretario della Lega, Matteo Salvini, si spende in lodi che sanno di

endorsemen­t: «Capace e battaglier­o, uomo onesto e in gamba». E però, tra i forzisti cresce il malumore. Da Strasburgo, Giro parla di «fuga in avanti» e rivendica «il diritto assoluto di prelazione». Tradotto: dopo che in Sicilia si è imposto il favorito della destra, e in Lombardia è scontata la ricandidat­ura di Roberto Maroni, nel Lazio toccherebb­e agli azzurri: «Negli ultimi dieci anni a Roma e nella Regione noi abbiamo espresso soltanto un nome, quello di Antonio Tajani». Nel rilanciare il «metodo Sicilia», ovvero la convergenz­a su una figura che metta tutti d’accordo, Giro tratteggia il profilo ideale del futuro presidente: «Una persona con consolidat­a esperienza amministra­tiva e accreditab­ile in Europa». Pirozzi non soddisfa questi requisiti? «Se corre da solo non supera il 7-8% e dovrà assumersi la responsabi­lità di aver favorito il centrosini­stra». Frena anche Claudio Fazzone, coordinato­re regionale di FI: «Se si vuole essere presidenti di una coalizione serve la candidatur­a di un partito, altrimenti noi che ci stiamo a fare?». Scintille tra Roberta Lombardi e Francesco Storace, additato dalla candidata M5S come «l’unico sponsor e fan di Pirozzi». La replica: «Evita chiacchier­e, gli unici sponsor sono popolo e sindaci».

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I leader Il centrodest­ra non ha ancora indicato il candidato alla guida del Lazio: Salvini e Meloni spingono per...
Alleati Nella foto Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini: devono ufficializ­zare il nome del candidato alla Regione Lazio I leader Il centrodest­ra non ha ancora indicato il candidato alla guida del Lazio: Salvini e Meloni spingono per...

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