Pirozzi stoppato da FI: non si vince con gli scarponi
Dopo mesi di smentite, Sergio Pirozzi si candida alla guida del Lazio. E in Forza Italia non la prendono bene: «Non si governa solo con gli scarponi», punge Francesco Giro. Ma il leader leghista, Matteo Salvini, e la presidente di FdI, Giorgia Meloni, guardano con interesse al sindaco di Amatrice, catalizzatore di consensi.
In questa situazione di stallo, il sindaco di Amatrice ha deciso di proporsi ufficialmente anche a Berlusconi come l’uomo giusto per battere il presidente Pd uscente Nicola Zingaretti e la candidata M5S, Roberta Lombardi, ma anche per ben governare una regionevetrina sulla quale, visti i precedenti, il leader di FI non vuole sbagliare. Saranno dunque decisivi il programma che Pirozzi – almeno a grandi linee – presenterà in sede di trattativa finale e l’impegno a costruire una squadra di governo regionale di alto profilo. Al tavolo, comunque, Pirozzi si presenta con tre buone credenziali: la capacità dimostrata sul fronte operativo dopo il terremoto, una forte immagine mediatica e, non ultima, una lista civica di appoggio accreditata tra il 15 e il 20% degli elettori del Lazio. Secondo sondaggi riservati che girano in queste ore, oltretutto, Pirozzi viaggerebbe tra il 39 e il 42 per cento dei consensi, con Zingaretti al 34-37 e la Lombardi addirittura sotto il 20. Se queste stime fossero confermate e si consolidassero, i margini di manovra per una candidatura alternativa sarebbero azzerati dal più elementare buonsenso. A meno di non voler mettere in scena un suicidio politico assai simile a quello andato in onda per la candidatura a sindaco di Roma. Ma con le elezioni politiche contestuali alle regionali, anche il più incallito giocatore d’azzardo non rischierebbe una vittoria ipotecata in nome di una bandierina di partito.