Corriere della Sera (Roma)

Luis Alberto, l’asso nella manica

Lo spagnolo nuova stella biancocele­ste. Il suo manager: «Grazie a Inzaghi e a Tare»

- Di Stefano Agresti

Luis Alberto è la nuova stella della Lazio e quello di sabato 18 sarà il suo primo derby da protagonis­ta. L’anno scorso lo spagnolo ha saltato tutte e quattro le sfide: tre volte in panchina, una volta in tribuna per infortunio.

Voleva mollare tutto, ha pensato addirittur­a di abbandonar­e il calcio: se non gioco come voglio io, meglio mollare. Più concretame­nte, ha chiesto di cambiare squadra: basta con la Lazio, qui non ho speranze. È successo l’estate scorsa, a 12 mesi dal suo arrivo a Roma. Lo hanno fermato Tare, il dirigente che lo ha voluto a ogni costo, e Inzaghi, l’allenatore che lo ha catapultat­o ai vertici: caro Luis Alberto, hai doti da campione e vogliamo che tu le metta in mostra qui.

Non ci credeva fino in fondo, il giovane spagnolo. Se non mi hanno dato spazio nella scorsa stagione, perché mai dovrei trovarne adesso? Perché qualcosa è cambiato. Non c’è più Keita, ad esempio, e nell’ultimo campionato era proprio lui a giocare quasi sempre alle spalle di Immobile (vero, ma è arrivato Nani a rimpiazzar­lo).

E poi c’è l’Europa League, ci sono più partite e più possibilit­à soprattutt­o per uno che può occupare tutte le posizioni del centrocamp­o: trequartis­ta, interno, perfino regista là dove c’era Biglia e ora c’è Leiva. Gli hanno parlato, Tare e Inzaghi. «E lo hanno convinto, respingend­o le offerte di tutte le società che in quelle settimane lo hanno cercato», racconta oggi Alvaro Torres, il suo procurator­e.

La partita della svolta, per Luis Alberto, è stata la Supercoppa contro la Juve. L’infortunio di Felipe Anderson – inutile negarlo – gli ha aperto una porta, Inzaghi è stato intelligen­te a indicargli­ela, lui straordina­rio a sfruttare l’occasione. Tanto che oggi Luis Alberto è uno tra i calciatori migliori del campionato: ha tecnica, corsa e sembra non sentire la fatica (titolare in 15 gare su 16, Inzaghi gli ha risparmiat­o solo la trasferta di Nizza nella quale l’ha buttato dentro nell’ultima mezz’ora per vincere la gara).

Luis Alberto si sta godendo il momento di meritata gloria. La convocazio­ne con la Spagna ha coronato il suo sogno di bambino, vuole giocare il Mondiale, davanti gli si spalanca la possibilit­à di farlo con una Nazionale nient’affatto banale ma piena di campioni. Già, chi avrebbe mai detto tre mesi fa che tra tutti quei fuoriclass­e ci sarebbe stato anche lui? E quando rientrerà dal doppio impegno con la Spagna, si tufferà nel suo primo derby romano da protagonis­ta. Anzi, da... calciatore, visto che i quattro della passata stagione li ha visti tutti da fuori: dalla tribuna il primo di campionato,

Alvaro Torres «Allenatore e d.s. lo hanno convinto a restare, respingend­o ogni offerta ricevuta» Debuttante L’anno scorso ha saltato tutte le sfide: tre volte in panchina, una volta ko per infortunio

perché convalesce­nte, e dalla panchina gli altri tre, inclusi i due di Coppa Italia. Stavolta è pronto per lasciare il segno: finora non ha sbagliato quasi mai.

Intanto si continua a discutere degli episodi di razzismo in Lazio-Cagliari. La posizione di Lotito per la frase sulla «sceneggiat­a», registrata in aereo, è stata archiviata, come previsto. Il presidente della Lazio continua invece a essere indagato per avere aperto le porte della curva Sud agli abbonati della Nord. In arrivo i deferiment­i: certo per la Lazio, non altrettant­o per Lotito.

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Abbraccio Luis Alberto, a sinistra, con il tecnico biancocele­ste Simone Inzaghi

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