Luis Alberto, l’asso nella manica
Lo spagnolo nuova stella biancoceleste. Il suo manager: «Grazie a Inzaghi e a Tare»
Luis Alberto è la nuova stella della Lazio e quello di sabato 18 sarà il suo primo derby da protagonista. L’anno scorso lo spagnolo ha saltato tutte e quattro le sfide: tre volte in panchina, una volta in tribuna per infortunio.
Voleva mollare tutto, ha pensato addirittura di abbandonare il calcio: se non gioco come voglio io, meglio mollare. Più concretamente, ha chiesto di cambiare squadra: basta con la Lazio, qui non ho speranze. È successo l’estate scorsa, a 12 mesi dal suo arrivo a Roma. Lo hanno fermato Tare, il dirigente che lo ha voluto a ogni costo, e Inzaghi, l’allenatore che lo ha catapultato ai vertici: caro Luis Alberto, hai doti da campione e vogliamo che tu le metta in mostra qui.
Non ci credeva fino in fondo, il giovane spagnolo. Se non mi hanno dato spazio nella scorsa stagione, perché mai dovrei trovarne adesso? Perché qualcosa è cambiato. Non c’è più Keita, ad esempio, e nell’ultimo campionato era proprio lui a giocare quasi sempre alle spalle di Immobile (vero, ma è arrivato Nani a rimpiazzarlo).
E poi c’è l’Europa League, ci sono più partite e più possibilità soprattutto per uno che può occupare tutte le posizioni del centrocampo: trequartista, interno, perfino regista là dove c’era Biglia e ora c’è Leiva. Gli hanno parlato, Tare e Inzaghi. «E lo hanno convinto, respingendo le offerte di tutte le società che in quelle settimane lo hanno cercato», racconta oggi Alvaro Torres, il suo procuratore.
La partita della svolta, per Luis Alberto, è stata la Supercoppa contro la Juve. L’infortunio di Felipe Anderson – inutile negarlo – gli ha aperto una porta, Inzaghi è stato intelligente a indicargliela, lui straordinario a sfruttare l’occasione. Tanto che oggi Luis Alberto è uno tra i calciatori migliori del campionato: ha tecnica, corsa e sembra non sentire la fatica (titolare in 15 gare su 16, Inzaghi gli ha risparmiato solo la trasferta di Nizza nella quale l’ha buttato dentro nell’ultima mezz’ora per vincere la gara).
Luis Alberto si sta godendo il momento di meritata gloria. La convocazione con la Spagna ha coronato il suo sogno di bambino, vuole giocare il Mondiale, davanti gli si spalanca la possibilità di farlo con una Nazionale nient’affatto banale ma piena di campioni. Già, chi avrebbe mai detto tre mesi fa che tra tutti quei fuoriclasse ci sarebbe stato anche lui? E quando rientrerà dal doppio impegno con la Spagna, si tufferà nel suo primo derby romano da protagonista. Anzi, da... calciatore, visto che i quattro della passata stagione li ha visti tutti da fuori: dalla tribuna il primo di campionato,
Alvaro Torres «Allenatore e d.s. lo hanno convinto a restare, respingendo ogni offerta ricevuta» Debuttante L’anno scorso ha saltato tutte le sfide: tre volte in panchina, una volta ko per infortunio
perché convalescente, e dalla panchina gli altri tre, inclusi i due di Coppa Italia. Stavolta è pronto per lasciare il segno: finora non ha sbagliato quasi mai.
Intanto si continua a discutere degli episodi di razzismo in Lazio-Cagliari. La posizione di Lotito per la frase sulla «sceneggiata», registrata in aereo, è stata archiviata, come previsto. Il presidente della Lazio continua invece a essere indagato per avere aperto le porte della curva Sud agli abbonati della Nord. In arrivo i deferimenti: certo per la Lazio, non altrettanto per Lotito.