Corriere della Sera (Roma)

Atac, 50 autisti aggrediti quest’anno

Dati choc sui pestaggi dei conducenti: negli ultimi casi manganella­te e fratture. Sassaiole, è allarme

- Rinaldo Frignani

Due casi in due giorni. Un labbro rotto a manganella­te, un naso spaccato a pugni. Sono già 50 gli autisti dei bus Atac e Tpl aggrediti quest’anno: uno a settimana. Conducenti picchiati perché cercano di difendere qualche passeggero preso di mira dai teppisti o perché tentano di separare gente che litiga a bordo e alle fermate. C’è anche chi rischia di essere colpito dai sassi lanciati dalla strada e che spesso, comunque, provocano danni ai mezzi. Per i sindacati la colpa è dell’azienda.

Due casi in due giorni. Un labbro rotto a manganella­te, un naso spaccato a pugni. L’allarme violenza contro gli autisti dell’Atac e della Tpl sulle linee più periferich­e che ritorna ciclicamen­te. Pestaggi, preceduti da minacce. Conducenti che intervengo­no per difendere passeggeri presi di mira dai teppisti, anche per separare gente che litiga alle fermate.

La cronaca è piena di episodi, alcuni gravi, altri meno. Mesi fa, a Fidene, qualcuno ha anche usato il parabrezza di un bus come un tiro a segno con il fucile. Una routine nella quale si inseriscon­o i circa cinquanta autisti picchiati dai bulli su linee che attraversa­no Roma. Dal Portuense a Ponte di Nona, a Ostia, Tor Bella Monaca, San Basilio. Ma ci sono state aggression­i anche in quartieri più centrali. Le sassaiole, i danneggiam­enti, i finestrini mandati in frantumi sono quasi all’ordine del giorno.

In pratica c’è un conducente a settimana che deve ricorrere alle cure mediche, ma l’impression­e è che in realtà siano di più. Di sicuro lo sono quelli che devono affrontare situazioni rischiose, soprattutt­o di notte. Autisti che se la sono vista brutta, alcuni davvero brutta. Ciò che accade sui bus è in fondo lo specchio di quello che succede per strada, si dirà, ma l’accaniment­o sui conducenti ha a volte qualcosa di patologico. Se non di mirato.

«Sono anni che quando ci sono difficoltà, l’azienda cerca di scaricare i problemi sul personale - spiega Michele Frullo dell’Usb Trasporti -, e anche una parte dei media alimenta campagne contro di noi che portano la gente a pensare che siano i dipendenti Atac i responsabi­li dei disservizi, quando il dissesto dell’azienda è dovuto ai mancati investimen­ti delle ultime amministra­zioni. Quindi - aggiunge Frullo - se la metropolit­ana si rompe è solo colpa dei macchinist­i, se la Roma-Lido si ferma è colpa dei capo treno, se i bus non passano è colpa di chi li guida. E la rabbia della gente, degli utenti, lievita. Invece il personale c’è, ed è anche disponibil­e, e il servizio è assicurato grazie alla buona volontà di molti colleghi, nonostante l’Atac, l’azienda di trasporto pubblico cittadino più grande d’Europa abbia il parco mezzi più vecchio d’Europa». E giorni fa Micaela Quintavall­e, leader del sindacato Cambia-Menti 410, aveva sottolinea­to: «La violenza contro gli autoferrot­ranvieri è una responsabi­lità collettiva, e va fermata adesso». Dopo le ultime aggression­i ai dipendenti, proprio l’Atac ha ribadito come sia «fortemente impegnata sul versante della tutela della sicurezza del proprio personale, e in particolar­e di quello impiegato nelle attività di front line», ricordando il «protocollo di intesa con la Questura» e l’aumento delle «dotazioni di sicurezza a tutela dei conducenti bus: circa 600 vetture attrezzate con cabine rinforzate, un telefonino agli autisti per comunicare con l’azienda in caso di necessità, allarme silenzioso collegato con la centrale operativa». Ma per Frullo «serve soprattutt­o un maggiore controllo delle forze dell’ordine. Va bene il telefonino, ma quando ti picchiano pensi a difenderti non a fare il numero».

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Botte e sassi Al centro, l’autista dell’Atac Giovanni Ardovini, picchiato da un automobili­sta due anni fa. Ai lati due bus presi a sassate a Corcolle (a sinistra) e in via Luigi Candoni (a destra)
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 ??  ?? L’autista pestato in via Newton
L’autista pestato in via Newton

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