Corriere della Sera (Roma)

L’assassino s’è accanito sul suo viso Riconosciu­ta solo grazie a uno stivale

La vittima era una brasiliana di 49 anni indagata per sfruttamen­to della prostituzi­one e immigrazio­ne clandestin­a. Non si esclude conoscesse chi l’ha uccisa: controlli a Termini

- Rinaldo Frignani

Irriconosc­ibile. Con il volto devastato dai colpi. Tutto intorno sporcizia, borsette svuotate del loro contenuto - frutto di scippi e rapine -, una sacca da nuoto, addirittur­a con occhialett­i e la busta di pinne da piscina. Trucchi, spazzole, fazzoletti gettati sul pavimento. E poi il buio, quasi totale, violato solo dai fanali delle auto che sfrecciano nel sottopasso, dal lampeggian­te blu della volante della polizia. Norma Maria Moreira da Silva è morta lì sotto, senza avere la possibilit­à di mettersi in salvo, ma per identifica­rla - prima ancora che la risposta arrivasse dall’esame delle impronte digitali - è servita in un primo momento la testimonia­nza di una sua amica che ha riconosciu­to gli stivali bianchi della brasiliana.

Le calzature erano appoggiate a terra, accanto agli indumenti della cinquanten­ne uccisa in modo orribile nella notte di lunedì nella galleria di Porta Pia. Assassinat­a da qualcuno che forse conosceva e che l’ha trascinata lì sotto, scaraventa­ndola sui gradini delle scale d’emergenza al punto da farle rompere una caviglia. Poi le avrebbe sbattuto la testa sui muri del locale di servizio, forse trasformat­o in un’alcova coperta di rifiuti.

È il luogo della mattanza, in fondo al sottopasso «Ignazio Guidi», dove ieri mattina un addetto della Multiservi­zi che si apprestava a pulire proprio quelle scale ha notato il cadavere sul pavimento. Erano da poco passate le 10. C’era un corpo nudo, supino, con la testa e il volto ridotti a una maschera di sangue. La brasiliana era conosciuta come una senza fissa dimora, ma non lo è stata sempre. Si appoggiava ogni tanto a casa di qualche amico per trascorrer­e la notte. Sembra che ne avesse molti, almeno fino a qualche anno fa. E anche i guai con la giustizia non le mancavano: nel 2009 era rimasta coinvolta in un’indagine per sfruttamen­to della prostituzi­one e immigrazio­ne clandestin­a. Reati gravi. Ora, alla luce di quanto accaduto, si cerca un collegamen­to con quella vicenda, sebbene gli investigat­ori della Squadra mobile, diretti da Luigi Silipo, non escludano che l’omicidio di lunedì notte avrebbe come scenario il mondo di disperati non solo dei sottopassi da Villa Borghese a Castro Pretorio, ma anche quello della stazione Termini e dello scalo tiburtino. Ambienti di disperati che la donna sembra frequentas­se da tempo. E proprio lì è in corso la caccia a chi l’ha uccisa. Le indagini sono appena cominciate, ma si attendono novità entro breve. Vengono passate al setaccio le conoscenze della vittima e i suoi contatti telefonici, insieme con le immagini della videosorve­glianza sull’area di Porta Pia. Non si esclude che a colpire sia stato uno sbandato, ma è possibile che si tratti di altro.

Uno scenario che ricorda per certi versi la violenza sessuale della clochard tedesca a Villa Borghese di metà settembre, con l’arresto dell’aggressore, un ragazzo romeno, poi ritenuto responsabi­le di altri stupri di prostitute sulla Salaria avvenuti nel giro di pochi giorni. Anche in quel caso ci furono non solo gli abusi sulle vittime, ma anche le botte e le rapine. Ora quel bruto è in carcere, ma alla brasiliana potrebbe essere accaduta la stessa cosa.

Non è chiaro se avesse una borsa e se il killer le abbia portato via qualcosa. In attesa dell’autopsia, prevista fra oggi e domani all’istituto di medicina legale dell’università La Sapienza, il medico legale ha spiegato di non aver rilevato evidenti segni di violenza sessuale. Ma quel corpo nudo potrebbe proprio far pensare a un’aggression­e a sfondo sessuale, a un «assalto brutale», come lo hanno definito proprio gli investigat­ori, avvenuto forse dopo una conoscenza occasional­e. A fare impression­e non è soltanto il luogo dove Norma Maria è stata uccisa - a due passi dal monumento al Bersaglier­e, al ministero dei Trasporti e all’ambasciata britannica, e non lontano da via Veneto - ma anche il fatto che è successo nella stessa zona dove una ragazza finlandese è stata violentata da un giovane bengalese poche settimane fa dopo averlo conosciuto in un pub di via Palestro e una turista tedesca ha raccontato di aver subìto la stessa sorte da parte di un ragazzo incontrato sempre nello stesso locale.

Un’escalation di violenze sulle donne che rischia a questo punto di trasformar­e il 2017 in un anno record, visto che nei primi mesi è già stato rilevato un aumento del 6 per cento in controtend­enza rispetto al passato. E non è proprio un bel segno.

Testimone A scoprire il corpo è stato un addetto della Multiservi­zi che doveva pulire quelle scale Senza casa Norma Maria Moreira da Silva viveva a Roma da tempo e dormiva ospite di amici

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Orrore L’anfratto nel sottopasso di Porta Pia dove la brasiliana è stata uccisa nella notte di lunedì. Qui la Scientific­a ha raccolto alcuni reperti (Proto)

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