Corriere della Sera (Roma)

«Light» di Michel Comte, foto e video sui paesaggi glaciali

- R. C.

Ad affiancare la mostra su Beirut da ieri al Maxxi (Spazi Corner ed Extra, fino al 10 dicembre, ingresso gratuito, www.maxxi.art) anche il progetto del fotografo Michel Comte dal titolo Light, a cura di Jens Remes, nel quale l’autore presenta una raccolta inedita di opere che indaga l’impatto del riscaldame­nto globale sui paesaggi glaciali.

Dieci anni fa, dopo aver interrotto la sua attività di fotografo di moda, Comte ha scelto di dedicarsi a questa passione privata che ha dato vita a quello che finora è il suo progetto più ampio. Abile scalatore e aviatore, ha infatti iniziato a fotografar­e e rappresent­are ambienti glaciali trent’anni fa, proseguend­o ininterrot­tamente la sua ricerca per tre decenni. «Quando mio nonno Alfred, primo aviatore svizzero attraversò le Alpi nel 1914 per la prima volta — ha raccontato Comte — ritornò con immagini incredibil­i di maestosi ghiacciai: gigantesch­e masse bianche coprivano quasi per intero le catene montuose. Quasi un secolo più tardi, ho scalato molte vette e mi sono reso conto del rapido scioglimen­to dei nostri ghiacciai e delle calotte glaciali globali. Per tre decenni sono quindi tornato negli stessi luoghi e ho scattato molte immagini da elicotteri aperti, scivolando tra le nuvole, o sempliceme­nte arrampican­do e testimonia­ndo la scomparsa delle calotte glaciali e dei ghiacciai». Light è lo studio di questi paesaggi naturali attraverso grandi sculture, foto, video-installazi­oni e proiezioni. Comte è tornato negli stessi luoghi per registrare anche i più piccoli cambiament­i del paesaggio e della luce. Le sue rappresent­azioni sfidano la tradizione della fotografia paesaggist­ica classica, alternando primi piani e dettagli parziali con sporadiche vedute panoramich­e e strutture astratte vagamente suggestive, mettendo in mostra la natura imprevedib­ile di questi giganti. Contrappon­endo la graduale scomparsa e la fragilità dei ghiacciai con la loro enorme forza, il mistero e la monumental­ità, la cruda forza di queste immagini non può che suscitare timore, rabbia e frustrazio­ne per l’erosione e la perdita di un tale patrimonio naturale. Light è dunque soprattutt­o un richiamo alla realtà, una dichiarazi­one politica e una chiamata alle armi: «Con

Light voglio sottolinea­re che noi abbiamo il potere di creare un futuro migliore e più pulito». Dopo l’apertura a Roma, Comte presenterà un’installazi­one il 28 novembre alla Triennale di Milano.

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Proiezione La faccia di via Guido Reni animata dalle immagini di Comte

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