Bus in fiamme vicino a San Pietro
Una
nuvola di fumo nero accanto al Cupolone di San Pietro per il quindicesimo autobus dell’Atac andato a fuoco dall’inizio dell’anno. Senza contare i principi d’incendio spenti appena in tempo, prima che le fiamme distruggessero altri mezzi pubblici. Ma questa volta, come era già accaduto l’anno scorso a Pineta Sacchetti, si è rischiato grosso: il 46 bruciato ieri mattina, poco dopo mezzogiorno fra via Aurelia e via di Villa Alberici, non lontano dalle Mura Vaticane, si è infatti fermato proprio sotto le finestre di un palazzo dal quale gli inquilini si sono affrettati a uscire prima che l’incendio si propagasse anche alle loro case. Ad avere la peggio sono stati i condomini al primo piano, scappati per le scale mentre il fuoco aveva ormai avvolto anche persiane e finestre, dopo aver carbonizzato il bus. Attimi di terrore, come quelli vissuti anche dai passeggeri del 46 che l’autista ha fatto scendere di corsa prima che fosse troppo tardi.
L’Atac ha aperto un’altra indagine interna per risalire alle cause del rogo, che potrebbe essere dovuto a un guasto al motore. Ma l’incendio di ieri potrebbe avere soprattutto una colpevole, peraltro recidiva: l’anzianità del bus in questione, in servizio da oltre dieci anni. Una costante nella maggior parte dei roghi di mezzi pubblici, sia di quest’anno sia del 2016 quando a fine dicembre se ne contarono più di venti episodi. Anche ieri, come fortunatamente è accaduto in tutti i casi fin qui avvenuti, non ci sono stati feriti. Non appena si è accorto del fumo che usciva dal vano motore, subito seguito dalle prime fiammate, il conducente ha accostato vicino al marciapiede - e di conseguenza al palazzo - e poi è sceso per rendersi conto di quello che stava accadendo. Pochi attimi e anche i passeggeri sono scesi dal 46, allontanandosi nel timore che da un momento all’altro potesse verificarsi un’esplosione. L’allarme è stato immediato: i vigili del fuoco sono giunti in forze in via di Villa Alberici insieme con le volanti della polizia. «Sembrava l’inferno, abbiamo rischiato di fare una brutta fine», spiega chi abita nel palazzo con la facciata annerita, dove i poliziotti hanno svolto un sopralluogo per constatare i danni. Che in alcuni appartamenti ai piani bassi hanno interessato soprattutto finestre, infissi, persiane. «Ma il fumo è penetrato nelle case, l’aria era diventata irrespirabile, con l’odore insopportabile della plastica bruciata», aggiungono gli inquilini, nessuno dei quali tuttavia ha dovuto far ricorso alle cure mediche. I pompieri hanno spento le fiamme in un manciata di minuti, poi hanno provveduto al raffreddamento della carrozzeria e degli interni del bus. La carcassa sarà sottoposta ad accertamenti per capire anche come il rogo si sia sviluppato e quale direzione le fiamme abbiano seguito per arrivare nella cabina passeggeri. Per evitare, visto il continuo ripetersi di fatti come quello di ieri, che prima o poi qualcuno non riesca a mettersi in salvo.