Leiva: «Il ko è colpa nostra Ma non ci toglierà fiducia»
Commozione per Sandri: stadio in piedi ad applaudire
Una Lazio meno brillante del solito esce sconfitta dal primo derby della stagione, interrompendo la striscia di nove vittorie in altrettante gare tra campionato ed Europa League proprio nella giornata meno indicata. Preparando la sfida per aspettare i giallorossi, con tanti giocatori volutamente sotto palla, Inzaghi ha forse cercato di mascherare anche la stanchezza di un gruppo che in molti frangenti della gara è sembrato mancare della necessaria velocità d’esecuzione per rispondere alla Roma.
«È stata una partita equilibrata in cui abbiamo preso gol su due nostri errori – ha spiegato Lucas Leiva - Non possiamo però dimenticare quanto di buono fatto negli ultimi mesi, anche se capisco che perdere un derby non è mai bello. Per fortuna nel calcio dopo pochi giorni c’è subito un nuovo esame e sono sicuro ci rifaremo. Questa sconfitta non credo ci toglierà fiducia». Primo derby per il brasiliano, che in campo ha pagato l’ammonizione decisa da Rocchi. «Al primo fallo è stato giallo e dopo ho giocato con un po’ di timore addosso. Ma l’arbitro ha visto così e non ci posso fare niente. A me e Lulic, poi, Inzaghi ha chiesto di gestirci per evitare rischi». Novanta minuti comunque importanti per Leiva. «Al di la del risultato è stato una bella esperienza da vivere il derby della Capitale», ha detto il centrocampista.
Prima del fischio d’inizio tutto l’Olimpico ha partecipato commosso al ricordo di Gabriele Sandri, rimasto ucciso dieci anni fa nell’area di servizio Badia al Pino Ovest della A1. Dopo aver ringraziato sotto la Monte Mario per il tributo ricevuto, papà Giorgio, mamma Daniela – tanto dignitosa quanto emozionata nel ritorno allo stadio dopo cinque anni - e il fratello Cristiano si sono spostati sotto la curva Nord per salutare ancora più da vicino il tifo caldo biancoceleste, autore della scenografia (un’aquila vicino al volto di Gabriele) dedicata a «Gabbo». Omaggio applaudito a lungo anche dalla curva romanista, da sempre sensibile alla tragedia vissuta nel 2007 dalla famiglia Sandri. Un bel momento condiviso che ha finito per oscurare i cori antisemiti ascoltati a Ponte Milvio a partita ancora lontana.