Quando Tassone era Mafia Capitale
Sono passiti 31 mesi dal marzo del 2015, quando l’allora presidente del X Municipio, Andrea Tassone (Pd), si dimette, viene condannato a 5 anni nell’inchiesta «Mafia Capitale», fino al voto di ieri che restituisce ai cittadini la possibilità di decidere la guida politica del litorale, dopo tensioni e violenza dei clan che hanno influito sulla vita di Ostia.
«Non ho mai chiesto un carrarmato per combattere le mie battaglie, ma almeno una mazzafionda l’avrei desiderata». Con una metafora Andrea Tassone, ultimo presidente eletto a Ostia, annuncia il 18 marzo 2015 le sue dimissioni. Troppe «le pressioni, servono strumenti contro la mafia», dicono dalla sede Pd del Nazareno, l’allora commissario romano del partito, Matteo Orfini, e quello locale, Stefano Esposito.
Sono giorni di grande confusione, crisi politica aperta nel X Municipio, gli assessori della giunta Tassone già sulla porta e un allarme lanciato al sindaco, Ignazio Marino, che in risposta invia come «regista» del litorale l’assessore alla Legalità, Alfonso Sabella, che faceva parte del pool antimafia di Palermo. Ma è solo l’inizio. Dopo qualche giorno, le dimissioni diventano ufficiali: niente ipotesi Tassone bis con una super-giunta con Livia Turco o Marco Causi, su cui lavora Esposito. La «ruspa-Sabella» insieme al sindaco inizia a demolire chioschi e cancelli degli stabilimenti, i dem puntano i fari sulla malavita del lido: il 4 giugno, però, è proprio l’ex presidente di Ostia a finire tra i 44 arrestati dell’inchiesta «Mondo di Mezzo». Tra le «mucche da mungere» di Massimo Carminati e Salvatore Buzzi c’è anche il minisindaco: «è nostro» dice il ras delle coop che vince i bandi su verde e spiagge. Per Tassone arriva la condanna a 5 anni.
La relazione della commissione d’accesso guidata da Marilisa Magno «suggerisce» lo scioglimento eventuale del Comune di Roma. Il prefetto Franco Gabrielli, nella relazione all’allora ministro dell’Interno, Angelino Alfano, decreta misure urgenti, tra cui il commissariamento del X Municipio. Troppi i clan egemoni già al centro di diversi processi. E così il 27 agosto il Consiglio dei ministri decide per la prima volta nella storia lo scioglimento del municipio del mare: seguono 18 mesi di commissione prefettizia (poi prorogata) in mano al prefetto Domenico Vulpiani. Alla fine sono 27 i mesi in cui il vertice straordinario di Ostia «ripulisce» la macchina amministrativa, allontanando dirigenti conniventi con i clan lidensi. Come Aldo Papalini, direttore dell’Ufficio Tecnico, già in arresto, che «regala» uno stabilimento al boss Armando Spada. E siamo ai nostri giorni: il ritorno al voto è a dir poco tempestoso. Dopo il primo turno del 5 novembre (senza vincitori), una serie di episodi inquietanti: la testata di Roberto Spada a un giornalista Rai, cortei antimafia, incendio alla sede Pd e seggi blindati.
Consiglio dei ministri Il 27 agosto 2015 viene deciso lo scioglimento del Municipio per la prima volta nella storia