L’attacco del ministro Calenda: «Nel centro storico è anarchia»
«Commercio, sicurezza e illuminazione: situazione gravissima»
Il centro storico si trova in una condizione di «sostanziale anarchia, dal punto di vista della distribuzione commerciale, sicurezza e illuminazione». Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, intervenendo al festival «Economia come». Una denuncia che arriva un mese dopo la nascita del tavolo strategico anticrisi con il Comune. «La situazione è talmente complicata che è giusto fare qualcosa - osserva il ministro -. Per questo abbiamo avviato il tavolo con la sindaca per promuovere soluzioni sia rapide che di lungo periodo, per dare una missione alla città che l’ha persa».
L’immagine non è bellissima, ma molto efficace. Roma come un cadavere trascinato dal fiume, ma il paragone diventa ancora più allarmante se a farlo è un ministro della Repubblica, come Carlo Calenda: «Roma versa in una situazione gravissima - commenta il responsabile del dicastero dello Sviluppo Economico -. C’è una crisi anche sulle questioni che rappresentano il “core business” della città, come i trasporti. È una situazione così complicata che dobbiamo fare qualcosa. Il cadavere che passa è quello di Roma e non dei 5Stelle, non è un danno per la sindaca, è un danno per il nostro Paese. Quindi tutti dobbiamo impegnarci». Così il ministro risponde ieri alla domanda sulla situazione capitolina a margine dell’incontro su «L’Italia, l’impresa di crescere», partecipando al festival «Economia come», promosso da Invitalia.
Calenda non si ferma a considerazioni generiche, tocca direttamente i problemi più gravi come decoro, trasporti e commercio. «Il centro storico si trova in una condizione di sostanziale anarchia dal punto di vista della distribuzione commerciale, della sicurezza e dell’illuminazione». Per questo ricorda la decisione del Comitato sull’ordine e la sicurezza, «di far partire i pattuglioni che controllino questa parte della città».
Proprio qualche giorno fa si è riunito il tavolo di concertazione con il Campidoglio: «Vogliamo trovare con la sindaca soluzioni molto rapide e di lungo periodo per dare una missione alla città che l’ha persa», spiega. L’offerta di collaborazione dal parte del ministero prevede, tra l’altro, un piano anti crisi strategico usando 2,6 miliardi tra fondi regionali, statali e europei gia disponibili, anche per sostenere il lavoro dei municipi per sbloccare la mole di pratiche ferme da tempo. «Ci sono 50 mila cose da fare - precisa - che riguardano la gestione quotidiana, come le 500 pratiche su tavolino selvaggio che giacciono in Comune».
Nel suo ragionamento, però, aleggia la preoccupazione che Roma possa diventare sempre meno attrattiva per le imprese straniere. «Roma è l’unica città che sta in queste condizioni - osserva -. Quindi abbiamo deciso di chiamare le aziende per capire quali sono i loro piani di sviluppo. La prima cosa è verificare se i clienti siano soddisfatti o se vogliano andarsene. Io le incontrerò il 23 novembre». E ai cronisti che gli propongono l’ipotesi di risolvere la crisi scegliendo la strada intrapresa da Detroit (fallita e poi rinata) risponde perentorio: «È un’opzione non possibile, non solo perché siamo l’Italia, ma sarebbe un choc fortissimo per i cittadini».
Paragone «Sul fiume passa il cadavere di Roma, non del M5S: è un danno per il Paese»