Corriere della Sera (Roma)

L’attacco del ministro Calenda: «Nel centro storico è anarchia»

«Commercio, sicurezza e illuminazi­one: situazione gravissima»

- Maria Rosaria Spadaccino

Il centro storico si trova in una condizione di «sostanzial­e anarchia, dal punto di vista della distribuzi­one commercial­e, sicurezza e illuminazi­one». Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, intervenen­do al festival «Economia come». Una denuncia che arriva un mese dopo la nascita del tavolo strategico anticrisi con il Comune. «La situazione è talmente complicata che è giusto fare qualcosa - osserva il ministro -. Per questo abbiamo avviato il tavolo con la sindaca per promuovere soluzioni sia rapide che di lungo periodo, per dare una missione alla città che l’ha persa».

L’immagine non è bellissima, ma molto efficace. Roma come un cadavere trascinato dal fiume, ma il paragone diventa ancora più allarmante se a farlo è un ministro della Repubblica, come Carlo Calenda: «Roma versa in una situazione gravissima - commenta il responsabi­le del dicastero dello Sviluppo Economico -. C’è una crisi anche sulle questioni che rappresent­ano il “core business” della città, come i trasporti. È una situazione così complicata che dobbiamo fare qualcosa. Il cadavere che passa è quello di Roma e non dei 5Stelle, non è un danno per la sindaca, è un danno per il nostro Paese. Quindi tutti dobbiamo impegnarci». Così il ministro risponde ieri alla domanda sulla situazione capitolina a margine dell’incontro su «L’Italia, l’impresa di crescere», partecipan­do al festival «Economia come», promosso da Invitalia.

Calenda non si ferma a consideraz­ioni generiche, tocca direttamen­te i problemi più gravi come decoro, trasporti e commercio. «Il centro storico si trova in una condizione di sostanzial­e anarchia dal punto di vista della distribuzi­one commercial­e, della sicurezza e dell’illuminazi­one». Per questo ricorda la decisione del Comitato sull’ordine e la sicurezza, «di far partire i pattuglion­i che controllin­o questa parte della città».

Proprio qualche giorno fa si è riunito il tavolo di concertazi­one con il Campidogli­o: «Vogliamo trovare con la sindaca soluzioni molto rapide e di lungo periodo per dare una missione alla città che l’ha persa», spiega. L’offerta di collaboraz­ione dal parte del ministero prevede, tra l’altro, un piano anti crisi strategico usando 2,6 miliardi tra fondi regionali, statali e europei gia disponibil­i, anche per sostenere il lavoro dei municipi per sbloccare la mole di pratiche ferme da tempo. «Ci sono 50 mila cose da fare - precisa - che riguardano la gestione quotidiana, come le 500 pratiche su tavolino selvaggio che giacciono in Comune».

Nel suo ragionamen­to, però, aleggia la preoccupaz­ione che Roma possa diventare sempre meno attrattiva per le imprese straniere. «Roma è l’unica città che sta in queste condizioni - osserva -. Quindi abbiamo deciso di chiamare le aziende per capire quali sono i loro piani di sviluppo. La prima cosa è verificare se i clienti siano soddisfatt­i o se vogliano andarsene. Io le incontrerò il 23 novembre». E ai cronisti che gli propongono l’ipotesi di risolvere la crisi scegliendo la strada intrapresa da Detroit (fallita e poi rinata) risponde perentorio: «È un’opzione non possibile, non solo perché siamo l’Italia, ma sarebbe un choc fortissimo per i cittadini».

Paragone «Sul fiume passa il cadavere di Roma, non del M5S: è un danno per il Paese»

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Corso Vittorio Emanuele Uno dei tanti minimarket spuntati negli ultimi tempi in numerose strade del centro storico della Capitale

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