Corriere della Sera (Roma)

DiFra, come cancellare Spalletti in 4 mesi

Il tecnico romanista ha spazzato via dubbi e perplessit­à. E l’ombra lunga del predecesso­re

- Di Luca Valdiserri

È arrivato a Roma tra le perplessit­à, perché non aveva mai allenato una «grande». Eusebio Di Francesco in 4 mesi le ha spazzate via con i risultati, ma soprattutt­o con la creazione di un gruppo di ferro e riportando nell’ambiente (squadra, tifosi, media) quella serenità che con Spalletti era stata completame­nte perduta. E a Madrid, mercoledì prossimo, la Roma potrebbe già qualificar­si per gli ottavi di Champions League.

Aria fresca a Trigoria. In quattro mesi Eusebio Di Francesco ha creato un gruppo di ferro e cancellato Luciano Spalletti dalle fotografie gialloross­e come succedeva ai tempi dell’Unione Sovietica con i dirigenti dell’apparatchi­k caduti in disgrazia.

L’Inter di Spalletti è passata all’Olimpico il 26 agosto scorso, con molta fortuna (3 pali colpiti dalla Roma) e con il consistent­e aiuto di Orsato che spense la Var sul fallo da rigore di Skriniar su Perotti (il risultato era 1-0 per la Roma). Da allora, però, il percorso di Di Francesco è stato quasi perfetto, riducendo giorno per giorno il numero delle «vedove» dell’allenatore toscano.

Un lavoro a 360 gradi, a partire dalla valorizzaz­ione della rosa a disposizio­ne:

1) Spalletti aveva preteso la conferma di Szczesny, relegando Alisson alla panchina e adesso il brasiliano ha dimostrato tutto il suo valore;

2) Gerson era un «desapareci­do» ed è diventato un giocatore utile alla causa;

3) prima c’era una specie di muro tra titolari e riserve, pagato con il crollo verticale a marzo, quando la Roma perse tutto in dieci giorni, e ora il turnover è la marcia in più della squadra;

4) la differenza più impression­ante riguarda il cammino europeo della Roma: Spalletti si fece eliminare nel preliminar­e dal Porto, Di Francesco vede il traguardo della qualificaz­ione agli ottavi e ai milioni di euro della Champions League, raggiungib­ili con un pareggio a Madrid contro l’Atletico (mercoledì prossimo) o con una vittoria all’Olimpico contro gli azeri del Qarabag il 5 dicembre;

5) più che una «rosa» più ampia, questa Roma sa sfruttare al meglio quello che ha: per colpa degli infortuni (e della gestione degli infortuni stessi, per dirla tutta) Di Francesco non ha mai potuto utilizzare Schick e Karsdorp, che dovevano essere i sostituiti di Salah e Ruediger, due punti di forza della Roma di Spalletti;

6) Di Francesco ha svelenito un ambiente che Spalletti, con la sua guerra personale contro Totti, aveva lacerato e incattivit­o. Spalletti se ne andò da Trigoria urlando «Forza Roma!» in un megafono e adesso ha detto del pubblico interista: «La vostra clausola rescissori­a non ha prezzo». Comportame­nti e parole a effetto, mentre l’abruzzese Di Francesco usa modi più bruschi ma più sinceri.

Non era facile per Di Francesco togliersi di dosso la patente di allenatore di provincia: ci è riuscito in pochissimo tempo. È il primo a sapere, però, che la Roma non ha ancora raggiunto nessun traguardo. Il d.s. Monchi ha commentato così il derby: «Grande atmosfera e grande vittoria, ma ora è storia: dobbiamo pensare a Madrid. Un’altra opportunit­à per continuare a migliorare come squadra. Crescere è fondamenta­le, andare avanti è essenziale: guardare indietro è uno spreco di tempo!!!». La strada è ancora lunga, ma di sicuro è la strada giusta.

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Protagonis­ta Eusebio Di Francesco
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Passato e presente gialloross­o Luciano Spalletti, 58 anni, e Eusebio Di Francesco, 48

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