«C’era “l’aula delle canne”»
Dieci anni fa tra i neo iscritti al Virgilio c’era anche la figlia minore di Francesco Rutelli, all’epoca ministro dei Beni culturali. «Nei primi giorni di scuola c’era un’occupazione — racconta l’ex sindaco di Roma — e la ragazza mi chiese di andare via. Mi disse che c’era la “stanza delle canne” e non le piaceva. Già quella volta si era visto che non era un atto politico, ma una sorta di tana libera tutti». La moglie, la giornalista Barbara Palombelli, conferma: «Nostra figlia era sbalordita, aveva paura e non voleva restare lì. Ma ricordo che la maggioranza dei genitori insorse contro i controlli antidroga... Assurdo. A seguito di quell’episodio, ogni mercoledì nel mio programma su Radio 2 feci una campagna contro il consumo di sostanze stupefacenti nelle scuole». Ultima di quatto figli, l’ex adolescente fuggita dal Virgilio non proveniva da un ambiente ovattato. «Aveva frequentato le medie alla Mazzini: una scuola vivace e aperta, con insegnanti coraggiosi e un’alta presenza di bambini stranieri». Perché, allora, al Virgilio ha faticato ad ambientarsi? «La disturbava che non venisse rispettata la legalità, con la sua scelta si è dimostrata matura. Senza aspettare il nullaosta l’abbiamo ritirata e iscritta in un altro istituto».
L’attuale preside, Carla Alfano, è stata criticata per aver parlato di «clima mafioso»: toni ritenuti eccessivi non solo dagli studenti, ma anche da buona parte dei genitori. «Non conosco il Virgilio di oggi e non sono in grado di giudicare — risponde l’ex inquilino di Palazzo Senatorio — . Di certo insegnanti, presidi e l’intero sistema scolastico dovrebbero avere la mano ferma sul rispetto delle regole».