È anche colpa dei riscaldamenti
«Nell’aria di Roma c’è un’alta concentrazione di Pm10 e di diossido di azoto, entrambi legati al traffico. Fino ad oggi siamo stati abbastanza tranquilli. Da lunedì abbiamo registrato 20 superamenti dei livelli consentiti. Ma ogni anno è così: questo e il mese successivo sono i più delicati. Il che è dovuto sia all’alta pressione che all’accensione dei riscaldamenti domestici». Il direttore generale dell’Arpa Lazio, Marco Lupo, spiega così l’andamento dello smog in città che ha spinto i vertici del Campidoglio a decidere di limitare la circolazione ai mezzi privati più vecchi.
Lunedì ci sono stati tre sforamenti, martedì altri tre con otto impianti che hanno sfiorato i limiti massimi: c’è da preoccuparsi per le prossime settimane?
«Domani purtroppo dovrebbe esserci un ulteriore aumento degli agenti inquinanti e poi finalmente un miglioramento nel weekend».
Serve tenere i riscaldamenti a 17-18 gradi?
«La legge raccomanda di non superare i 20 gradi perché a riscaldamento elevato corrispondono emissioni elevate. Le misure che vengono attivate servono per non far aggravare l’emergenza. Non fanno diminuire i livelli di agenti inquinanti, ma cercano di non farli ulteriormente aumentare».
È lecito pensare che il blocco delle auto di domenica abbia fatto poco per limitare lo smog se poi martedì, dopo appena 48 ore, la qualità dell’aria è da allarme rosso?
«No. Siamo perfettamente allineati in realtà con quello che è accaduto negli anni passati. I mesi invernali, complice anche il riscaldamento acceso, sono un periodo critico. Per fare un esempio, la centralina di Tiburtina a novembre del 2016 aveva avuto tre sforamenti, a dicembre venti. È una questione legata all’aumento del traffico veicolare nei mesi freddi. La cosa importante è che ogni centralina non superi, per legge, i 35 sforamenti l’anno».
Com’è oggi la situazione?
Inverno I mesi più freddi, tra novembre e gennaio, sono sempre un periodo critico
«La centralina con più superamenti della soglia consentita è sempre Tiburtina, oggi a quota 16».
Quindi potrebbe non superare i 35 in un anno?
«Dipende da cosa succederà il prossimo mese. Se a dicembre si ripete il numero dello scorso anno arriverebbe a 36 e, sì, sforerebbe...».
Se questa eventualità sui dovesse verificare, che cosa accadrebbe?
«Scatterebbero da parte del Comune altre limitazioni sul traffico per disincentivare la mobilità privata».