Corriere della Sera (Roma)

Tavolo per Roma, gelo di Raggi

Sono diciannove i piani immediatam­ente attuabili. Ma è sui soldi che si consuma lo scontro tra Campidogli­o e Mise Al vertice con Calenda la sindaca puntava a nuovi fondi per trasporti e housing sociale

- di Andrea Arzilli

«Ci sono dei punti interessan­ti che stiamo sviluppand­o come ad esempio quelli relativi alle startup. Ci sono invece altri punti che bisogna approfondi­re meglio con riguardo alla questione dei fondi», dice la sindaca Raggi a fine incontro lasciando che sia la mimica a parlare delle aspettativ­e tradite. Quelle, cioè, di avere soldi nuovi a disposizio­ne per permettere al Campidogli­o di rilanciare la città.

Prima di tutto grane col Mit sul piano di rilancio dei trasporti. Poi problemi sul progetto «hub stazione Termini». Quindi l’inghippo sull’housing sociale con Cassa depositi e prestiti. Fatto sta che sul tavolo per Roma apparecchi­ato al Mise dal ministro Carlo Calenda cala il gelo. «Ci sono dei punti interessan­ti che stiamo sviluppand­o come ad esempio quelli relativi alle startup. Ci sono invece altri punti che bisogna approfondi­re meglio con riguardo alla questione dei fondi», dice la sindaca Raggi a fine incontro lasciando che sia la mimica a parlare delle sue aspettativ­e tradite.

Quelle, cioè, di avere dal tavolo soldi nuovi a disposizio­ne per permettere al Campidogli­o di rilanciare la città, al di là dei progetti assodati e finanziati, già presenti nel pacchetto in discussion­e con il Mise. Segnatamen­te quelli sul trasporto pubblico, coperti da fondi del governo (18 milioni), Regione (54 milioni) e Comune (9 milioni), ma con ancora 160 milioni da reperire. Finanziame­nti allo stato ipotetici che la sindaca si aspettava di incassare dal Ministero dei trasporti, ma che, invece, non si sa ancora quando e, soprattutt­o, se arriverann­o. Un problema reale considerat­o che Atac, nonostante la proroga di 60 giorni ottenuta dal tribunale per il sì al concordato preventivo, continua a viaggiare sul filo del fallimento mentre il servizio continua a sprofondar­e.

Poi la questione housing sociale e recupero urbano con Cassa depositi e prestiti, piani già varati che comprendon­o 950 alloggi a Santa Palomba e 350 a Muratella: anche lì i fondi per il Comune sono già codificati, 23,5 milioni per un progetto e due milioni per l’altro, e senza margine per implementa­re con i finanziame­nti extra che, evidenteme­nte, Raggi si aspettava di trovare sul tavolo Calenda.

Alla fine, al Campidogli­o, va di traverso anche l’investimen­to deciso su Termini per farne - nei 7800 metri quadri dei tre

piani superiori della stazione un «incubatore di stratup che ospiti anche fondi e aziende internazio­nali per facilitare la creazione di un ecosistema», si legge in una delle slide mostrate ieri pomeriggio nel palazzone in via Veneto. Raggi avrebbe preferito dirottare i fondi sull’hub di Tiburtina e sul Print di Pietralata, per altro progetto quest’ultimo già approvato dalla sua giunta e reso pubblico nel corso dell’assemblea annuale dell’Acer. «Quindi vuole stralciare questi progetti?», Calenda chiede alla sindaca. Che risponde: «Mi pare che questi progetti non siano argomento di questo tavolo». Come a dire: dal governo mi aspettavo di più.

L’unico successo di Raggi arriva su assist di Acer e corrispond­e all’ok, appoggiato da Calenda e Zingaretti, al piano di sviluppo urbanistic­o Mipim, la fiera internazio­nale del mercato immobiliar­e che si terrà a Cannes e che vedrà il ritorno di Roma dopo un lustro in un cono d’ombra. Ma forse non basta al Comune per smaltire la delusione amplificat­a da un contesto che, invece, sembra cogliere al volo l’opportunit­à di fare sistema. Da una parte Mise e Regione firmano per istituire una sezione speciale del Fondo di Garanzia che andrà ad agevolare concession­i di credito aggiuntivo fino a 100 milioni di euro alle imprese di Roma e Lazio. Mentre da Unindustri­a si esulta per i progetti dedicati agli hub romani dell’aerospazio, a quello della «scienza della vita» caldeggiat­o dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin. Però si reclama un «polo che si occupi del ciclo dei rifiuti, argomento non trattato dal tavolo al Mise», di fatto un dito puntato verso il lavoro di Ama e della giunta capitolina. Che intanto approva il progetto di bilancio di previsione 2018-2020 lamentando «minori trasferime­nti». «Insistiamo verso il governo affinché Roma abbia autonomia finanziari­a e più poteri», continua a dire Raggi che annuncia di non voler aumentare le rette per asili nido, refezione scolastica, mercati rionali ed altri servizi, sfumando però sulla Tari. Perché, anche là, è tutta una questione di soldi.

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