Corriere della Sera (Roma)

La stretta di Calenda: pattuglion­i in centro

Il ministro: da dicembre faro sui negozi

- Andrea Arzilli

Ecco i «pattuglion­i», come li chiama il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. E il primo effetto politico della task force anti abusivismo che, da inizio dicembre, passerà al setaccio gli esercizi commercial­i della Capitale, è quello di mettere le ganasce al Commercio del Campidogli­o, commissari­ato di fatto dal Mise. Del resto il lavoro delle squadre composte da personale Mise e Prefettura (Guardia di finanza e carabinier­i) corrispond­e esattament­e a quello che il Comune - cioè l’assessore Adriano Meloni non è riuscito a fare in un anno e mezzo di governo. Anche per questo, oltre alle reiterate assenze in giunta, l’assessore adesso traballa.

Èlo stesso Calenda a dirlo a La7, sottolinea­ndo l’inefficien­za del Campidogli­o nella lotta all’abusivismo: «Ci sono quasi 800 pratiche inevase sul cosiddetto tavolino selvaggio e tutte le contravven­zioni sul commercio: fin quando non si fanno rispettare delle regole questa città non si muoverà». Così i carabinier­i e i finanzieri dei «pattuglion­i» si occuperann­o di controllar­e concession­i e licenze degli esercizi commercial­i partendo dal centro storico, porzione di città sulla quale è già stata avviata l’indagine del Mise con un’equipe di esperti di Invitalia a lavoro nel Primo municipio. Da lì, a cerchi concentric­i, sarà analizzato tutto il commercio della Capitale, evidenteme­nte passato di mano e senza che il Campidogli­o opponesse una strenua resistenza. Anche perché, in realtà, da tempo il ruolo di Meloni in Comune ora traballa: i colleghi in giunta lo hanno infatti ribattezza­to «l’assessore che non c’è» perché, in 17 mesi ha saltato almeno la metà delle riunioni. In arrivo un nuovo cambio nella squadra di Raggi?

Di sicuro la questione si inserisce nelle polemiche tra la sindaca e Calenda sul Tavolo per Roma, gruppo di lavoro a cui i due danno un significat­o diverso. Per il ministro il tavolo serve a sviluppare progetti sfruttando risorse (di governo, Regione, fondi europei, comunali e privati) già identifica­te, cosa che «non sta accadendo ed è grave», dice Calenda. Mentre per la sindaca, non a caso uscita nera dall’ultimo summit, si trattava di un’occasione per avere i fondi reclamati più volte («1,8 miliardi», era la stima di Raggi) insieme ai «poteri speciali». «Raggi si lamenta continuame­nte dei soldi, ma il problema è spenderli, fare le cose e farle accadere», dice Calenda prima di twittare le slide dei fondi a disposizio­ne per Roma: 1,6 miliardi il totale, di cui 1,2 miliardi «risorse individuat­e» più 420 milioni «in corso di finalizzaz­ione». I soldi ci sono: ora tocca al Campidogli­o portare i progetti per spenderli.

 ??  ?? La polemica Anche ieri Carlo Calenda (foto) duro col Comune
La polemica Anche ieri Carlo Calenda (foto) duro col Comune

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy