Corriere della Sera (Roma)

Lazio piena di rabbia a caccia del riscatto

Sfida alla Samp stasera a Marassi. Inzaghi: nelle ultime due gare danneggiat­i dagli arbitri

- Di Stefano Agresti

La sfida si preannunci­a spettacola­re ma la Lazio la affronterà carica di rabbia. Stasera a Marassi (ore 20.45) la squadra di Inzaghi affronterà la Sampdoria, sempre vincente in casa e altra grande rivelazion­e del campionato assieme ai biancocele­sti, con le ferite che ancora bruciano per le decisioni arbitrali contro Roma e Fiorentina. Il tecnico laziale è tornato all’attacco: «Siamo stati danneggiat­i, la Var condiziona troppo».

Non è uno scontro per il quinto posto, che vale poco, ma per continuare a lottare là in vetta, sognando – o meglio inseguendo – la Champions. Di sicuro può essere una gran bella partita, quella di stasera (20.45) tra Sampdoria e Lazio: peccato che i biancocele­sti ci arrivino con lo stomaco dolente per via della rabbia scatenata dalle ultime due partite e provocata dal fatto che si sentono profondame­nte danneggiat­i. Da chi? Un tempo avremmo detto dagli arbitri, ora potremmo parlare della Var, o meglio del Var. Che in fondo è un arbitro, solo che non sta in campo ma davanti alla television­e. «Contro la Roma e la Fiorentina siamo stati penalizzat­i»: le parole di Inzaghi sono chiare, nette, trasparent­i, lo specchio di un malumore diffuso in tutto l’ambiente laziale. I casi sotto accusa sono principalm­ente tre: il rigore di Bastos su Kolarov nel derby («Non so se lo tocca davvero»), quello negato a Parolo contro i viola, il pareggio dei toscani a causa del penalty di Caicedo su Pezzella («E qui sembra proprio che il contatto non ci sia»).

Un mini dossier che l’allenatore elenca senza lasciare sul terreno l’ombra del complotto, ma anche senza cancellarl­a completame­nte: «Se sono preoccupat­o dagli arbitraggi nella lotta per la Champions? Ripeto: nelle ultime due partite siamo stati danneggiat­i...». Inzaghi non è tipo da perdere la testa, né da farsi prendere la mano. Sa dove le sue parole possono arrivare. È evidente, però, che questa Var non gli piace. Soprattutt­o, non la capisce. Auspica chiariment­i, incontri con gli arbitri e – in particolar­e – uniformità nell’utilizzo.

Posizione certamente concordata con la società, la quale per anni si è tenuta fuori da qualsiasi polemica arbitrale (quando Lotito era parte integrante del Palazzo, anzi quando ne era l’architrave) ma adesso si sente libera di potersi lamentare. «Dobbiamo abituarci tutti quanti al Var. Quando giocavo, mi bastava dare un’occhiata al guardaline­e per esultare; oggi vedo che c’è sempre un po’ di titubanza, come se la gioia potesse essere spenta in ritardo. Il mio dubbio è legato al fatto che abbiamo i migliori arbitri del mondo, ma anche loro sono condiziona­ti dall’uso così frequente della moviola. All’inizio ci avevano spiegato che sarebbe stata utilizzata una volta ogni cinque o sei partite, non sta andando così».Il rischio è che la Lazio attribuisc­a l’intera responsabi­lità di questa frenata – 1 punto nelle ultime 2 partite di campionato, dopo una striscia di 6 vittorie di fila – agli arbitri, anziché accorgersi che la squadra ottiene i risultati che merita. È stata molle nel derby contro la Roma, è stata troppo imprecisa contro la Fiorentina: la squadra di un mese fa non avrebbe raccolto così poco, Var o non Var.

Rivelazion­i Le due squadre sono le sorprese più belle della stagione: in ballo la corsa al quarto posto Il tecnico L’uso frequente della moviola condiziona tutti

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Carica Simone Inzaghi, 41 anni
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