Corriere della Sera (Roma)

Il «ritorno» del Bagaglino e di Pamela Prati Viavai di attori e volti tv ma nessun politico

- Ro. Petr.

Se non è proprio il ritorno del Bagaglino, è comunque la ricomparsa di Pamela Prati nel ruolo di guest star sul palcosceni­co del Salone Margherita. Il teatro di via dei Due Macelli, tempio del cabaret, è deciso a sopravvive­re, con lo stesso mix di umorismo popolare e belle donne, perfino all’epoca di Netflix. Ha debuttato l’altra sera «Gran Follia», ennesimo spettacolo del maestro Pier Francesco Pingitore, autore e regista prolifico del varietà italiano. Dietro al sipario Manuela Villa, Matilde Brandi e Morgana Giovannett­i, lo showman e imitatore Mario Zamma, l’attore Enzo Piscopo. E Martufello. Tutto cambia, nulla cambia. Come la firma di Graziella Pera per scene e allestimen­to. Formula rassicuran­te per il Margherita, rinato nel 2014 dopo tre anni di pausa con il patron Nevio Schiavone: ora propone «un’imponente cavalcata musicale, sulle canzoni dai primi del Novecento ad oggi, che hanno commosso, divertito ed entusiasma­to cinque generazion­i di italiani». In platea Manuela Arcuri, vista nel foyer anche l’anno scorso per la prima di «Magnàmose tutto!», e ancora il mago Silvan, Tosca D’Aquino, Fioretta Mari, Giancarlo Magalli e Pippo Baudo, Pino Ammendola, Patrizia e Giada De Blanck, Beppe Convertini e Fanny Cadeo. E la politica, per anni protagonis­ta nello storico café chantant? Per il momento è distratta e latita in prima fila. Evidenteme­nte la notizia del revival non si è ancora sparsa tra i banchi di Montecitor­io.

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Da sinistra: Manuela Arcuri, Giancarlo Magalli e Pippo Baudo e, infine, Tosca D’Aquino nel foyer
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