Corriere della Sera (Roma)

L’incubo senza fine: Ostia, la direttrice minacciata di morte

Scelta da Sabella, guida gli uffici del Municipio

- Di Valeria Costantini

Brevi telefonate e messaggi vocali alla direttrice del X Municipio, Cinzia Esposito («State lontani da sta’ spiaggia se non volete fare una brutta fine...») per fermare il lavoro di ripristino della legalità a Ostia. Dopo gli ultimi, terribili episodi di violenza e la massiccia presenza delle forze dell’ordine sul litorale, nel mirino dei clan è finita anche la dirigente comunale Esposito, 53 anni, scelta dal magistrato Sabella nel 2015 e poi confermata dai prefetti per il controllo sulle licenze balneari e le pratiche anti abusivismo. Intanto oggi la Commission­e parlamenta­re Antimafia va «in trasferta» a Ostia: tra le audizioni anche Michele Prestipino, procurator­e aggiunto che coordina le inchieste della Dda.

È sua la firma sulle decadenze delle concession­i scattate per gli stabilimen­ti balneari di Ostia e i loro presunti abusi. Insieme a uno staff di tecnici e ingegneri, ha avviato la ricognizio­ne dei canali di bonifica dell’entroterra segnato dalle alluvioni, ha aperto il vaso di Pandora che giaceva sotto il demanio marittimo, oggi oggetto di inchieste della procura di Roma. Lavora sotto traccia l’architetto Cinzia Esposito, mai sotto i riflettori.

Da quando è arrivata a Ostia, però, nei corridoi del X Municipio l’hanno ribattezza­ta il «caterpilla­r». Il prefetto Domenico Vulpiani si affidava alla sua esperienza per le operazioni anti-abusivismo e raccontava spesso di lei: «Non dorme mai, mi manda mail alle 3 di notte...». L’ex Digos se l’è tenuta stretta quando ha dovuto subentrare alla guida del municipio sciolto per mafia nel 2015, dopo che Alfonso Sabella l’aveva chiamata dal Campidogli­o a ricoprire la poltrona infuocata di Direttore dell’Ufficio Tecnico di Ostia. Quelle stesse stanze macchiate dal predecesso­re Aldo Papalini, quello che stringeva accordi con il clan Spada per «regalargli» uno stabilimen­to balneare. Uffici dove si decide il futuro di appalti e bandi, quindi che fanno gola alla malavita. E, di conseguenz­a, a rischio minacce.

Classe ’64, origini venete, la Esposito è direttrice apicale del municipio del mare: ha due lauree, una in Architettu­ra e una in Pianificaz­ione Territoria­le Urbanistic­a e Ambientale. Un bagaglio di informazio­ni tecniche che le è servito anche per mettere mano al maxi-progetto del Pua, il Piano utilizzo degli arenili che, pur dopo una lunga gestazione (i risultati non si vedranno prima di due anni), potrebbe rivoluzion­are il panorama del mare, con meno cemento e più spiagge libere. Un altro progetto fortemente voluto dai prefetti e lasciato in eredità sul lido, sarà quello della futura caserma dei vigili urbani di Ostia: ospitata in uno stabile privato – per cui il Comune sborsa un affitto annuale di oltre 1 milione – il comando traslocher­à (anche qui ci vorranno un paio d’anni) in un edificio regionale denominato Ex Gil. Di certo il curriculum della Esposito fa gola anche nelle stanze dei bottoni in Campidogli­o. E qualcuno scommette in un suo trasferime­nto dietro una prestigios­a scrivania della giunta Raggi.

La strategia Ha subito avviato la ricognizio­ne dei canali di bonifica dell’entroterra Demanio Ha aperto il vaso di Pandora esistente al demanio marittimo: oggi indaga la procura

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Dirigente Cinzia Esposito

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