«Il Colosseo è come un suk, liberatelo»
La neo direttrice del Parco propone un tavolo tra Prefettura, Questura e Campidoglio
«Piazza del Colosseo è un suk e anche su quello bisognerà lavorare, innanzitutto per raggiungere l’obiettivo della legalità e poi per dare anche l’idea a chi arriva che l’Italia è un Paese civile». Lo dice la neodirettrice del Parco archeologico del Colosseo e dell’area archeologica centrale, Alfonsina Russo, alla sua prima uscita pubblica dopo la nomina che diventerà effettiva il prossimo gennaio.
È la piazza più frequentata di Roma e la più complicata. Venditori abusivi, guide turistiche non autorizzate, centurioni, borseggiatori si muovono davanti all’Anfiteatro Flavio tra migliaia di turisti. Numerose giunte si sono scontrate contro l’inamovibilità di camion bar e venditori senza titolo. L’immagine che offre il primo monumento di Roma spesso non è piacevole. Conosce bene la situazione anche Alfonsina Russo, appena nominata direttrice del parco archeologico.
«Piazza del Colosseo è un suk: bisognerà lavorarci innanzitutto per raggiungere l’obiettivo della legalità - sottolinea - e poi per dare l’idea a chi arriva che l’Italia è un Paese civile». La sua funzione diverrà effettiva dal prossimo gennaio, ma sta già cominciando a prendere le misure. «Per questo motivo - aggiunge - bisogna istituire un tavolo tecnico con Prefettura, Questura e Comune. È chiaro che non sono io a dover intervenire, ma è il Comune che con delle ordinanze deve sgomberare l’area e a ripristinare la legalità».
Il riferimento è a Virginia Raggi, che ha accolto la nomina della nuova direttrice con un gelido silenzio. «La sindaca non mi ha cercato - rivela Risso -. Ma sono donna come lei e sono sicura, sarà contenta». Raggi aveva fatto ricorso contro il decreto che ha istituito il parco archeologico che, estrapolato dalla soprintendenza speciale, è diventato un altro organismo statale con una specificità amministrativa che dovrà necessariamente dialogare con il Campidoglio.
«Rispetto a prima - dice non cambia nulla di sostanziale, se non il fatto che l’area centrale viene estrapolata per darle più identità. Il Comune aveva fatto ricorso, ma l’obiettivo della riforma era di dare più forza all’area archeologica centrale e al Colosseo. È chiaro che un conto è un soprintendente che si deve occupare di tutela e di valorizzazione e di tutte le problematiche del Comune, un conto invece è un direttore che si concentrerà solo sulle criticità dell’area centrale». Russo fa queste dichiarazioni alla prima uscita pubblic, durante la presentazione del volume «In cammino sulla via Appia nel Lazio. Al passo con la storia tra Roma e il Garigliano» ancora in veste di soprintendente dell’Etruria meridionale