Corriere della Sera (Roma)

«I ritardi del 112»

-

Sabato. È l’una di notte. Vengo svegliato dalla musica e dagli schiamazzi di una festa nella casa di un vicino. La festa è al culmine. Di dormire non se ne parla. Chiamo il 113 che mi passa al 112, numero unico di emergenza. È l’1.12. Mi dicono che non è di loro competenza e mi invitano a chiamare la polizia locale. Compongo lo 060. 606. Attendo in linea. Nulla. Riprovo e un operatore mi mette in attesa della polizia locale. Poco dopo il nastro mi informa che qualcuno risponderà entro 20 minuti. Troppi, attacco. Ore 1.16. Richiamo il 112. Prevengo il ritornello «non è di nostra competenza» facendo presente che la situazione è al limite e potrebbe degenerare. Con molta riluttanza mi trasferisc­ono a una centrale operativa. Dove alla fine riesco a far presente il problema. Intanto sono passati diversi minuti. Festa e caos continuano. Ore 1.49. Chiamo il 67691 della polizia locale. Invano visto che per ognuno dei 3 tentativi il telefono squilla a vuoto e la linea cade (in automatico?) dopo un minuto. Sono passate da poco le 2. Dal fondo della via appare la luce azzurrina della pattuglia dei Un’ora per ottenere la grazia di un intervento. E se fosse stato un altro tipo di problema? Stessa attesa o 2 pesi e 2 misure? Proprio sicuri che il 112, gestito non da polizia o carabinier­i sia la soluzione giusta? Che ne pensano forze dell’ordine e ministero dell’Interno? Lettera firmata

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy