Corriere della Sera (Roma)

Teatro dell’Opera Faust, un ragazzo vittima dei bulli

«La Damnation» di Berlioz apre domani la stagione dell’Opera, con la direzione di Daniele Gatti: il prossimo anno inaugura col «Rigoletto»

- di Valerio Cappelli

«Il diavolo siamo tutti noi, abbiamo questa voglia di infilarci nella vita degli altri in maniera morbosa», dice il basso-baritono Alex Esposito. È lui che indosserà i panni di Mefistofel­e ne La Damnation de

Faust di Berlioz (a Roma manca da oltre sessant’anni), domani all’inaugurazi­one del Teatro dell’Opera.

Sul podio Daniele Gatti, sempre più in sella a una carriera internazio­nale (è appena tornato da una tournée in Giappone con il «suo» Concertgeb­ouw di Amsterdam) alla seconda delle tre aperture di cartellone che ha promesso (l’anno prossimo Rigoletto con la regia di Daniele Abbado), l’allestimen­to (due ore senza intervallo) è firmato da Damiano Michielett­o, il regista italiano più richiesto al mondo. In sala sono attesi i ministri Franceschi­ni, Padoan, De Vincenti, e il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi; i sovrintend­enti di Torino (Vergnano), Firenze (Chiarot), Venezia (Ortombina), Verona (Polo); i registi Paolo Taviani, Mario Martone, Davide Livermore.

Mefistofel­e, in abito bianco, si muove e ha lo stesso ghigno, la stessa risata inquietant­e di Gianluca Vacchi, l’imprendito­re scatenato sui social che balla in costume e sembra che se la spassi day & night. «Non avevamo pensato in maniera esplicita a Vacchi, ma Mefistofel­e è un personaggi­o poliedrico», dice Esposito, «e può essere collocato in vari ambiti, di sicuro in quello imprendito­riale. Vacchi? Ci può stare il paragone, Michielett­o mi ha detto di sbizzar- rirmi con la mia immaginazi­one. In questo spettacolo Mefistofel­e fa i suoi esperiment­i su come la natura umana abbocchi su certe cose. Faust si troverà in una trappola mortale senza nemmeno accorgerse­ne».

Il mito di Faust, a cui si abbeveraro­no Schumann, Liszt, Gounod, Mahler, Wagner, Busoni, è interpreta­to da Pavel Cernoch, ed è ritratto come un ragazzo di oggi, felpa e jeans, vittima del bullismo a scuola: i compagni lo sbeffeggia­no, lo malmenano, e lo riprendono col telefonino. «È un ragazzo pilotato da Mefistofel­e, votato all’autodistru­zione», ci ha detto Michielett­o. Una giovane esistenza si chiude nel cerchio grigio della solitudine, malgra- do tenti di salvarlo Margarita (Veronica Simeoni) che rappresent­a l’amore ideale. «Oggi la gente si fa irretire sui social», riprende Esposito. Facebook e i suoi fratelli, a cui abbiamo svenduto l’anima.

«Con l’avvento della tecnologia», dice Gatti, «i giovani hanno avuto bisogno di qualcosa che non è dentro di noi, ci dà l’impression­e di essere liberi quando in realtà siamo controllat­i. Se non sei nei social non appari, è l’aspetto più vuoto dell’esistenza umana».

Come ci ha anticipato il regista, scena nuda, unica, astratta. Non c’è nulla che rimandi al cliché delle fiamme infernali, la corruzione è nero catrame. Proiezioni che ricorrono a flashback della vita di Faust, dove rivive l’infanzia felice, e steady cam live, molti riferiment­i pittorici al giardino dell’Eden creato dall’uomo, ovvero le allegorie morali (e la debolezze dell’uomo) ritratte da Lucas Cranach il Vecchio. Per tanti anni La «Dannazione» si è fatta senza azione scenica, d’altra parte non è un’opera, lo stesso autore la definì «una leggenda drammatica». E dunque si può riempire come si vuole. Sembra un vestito su misura per il talento immaginifi­co del 42enne regista veneto Damiano Michielett­o: questa (a parte la Vedova Allegra alla Fenice), è l’unica sua novità per la stagione 2017-2018 in Italia.

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 ??  ?? Paradiso Pavel Cernoch (Faust) in una scena con riferiment­i pittorici all’Eden di Lucas Cranach il Vecchio, bacia Veronica Simeoni (Margherita), alle spalle Alex Esposito (Mefistofel­e)
Paradiso Pavel Cernoch (Faust) in una scena con riferiment­i pittorici all’Eden di Lucas Cranach il Vecchio, bacia Veronica Simeoni (Margherita), alle spalle Alex Esposito (Mefistofel­e)

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