«Babbo Natale, io vorrei scudetto, lavoro e un bacio»
Dallo scudetto al fidanzato, da un bacio al lavoro, romani e turisti «chiedono» di tutto
«C aro Babbo Natale vorrei che la Roma vincesse lo scudetto. Sara». Sotto il portico all’entrata della stazione Termini c’è l’albero dei desideri, dove la speranza o il sogno di un regalo fanno dimenticare il degrado tutto attorno. Senzatetto, abusivi, zingari e imbroglioni svaniscono nella magia delle luci accese sull’abete di Natale allestito l’8 dicembre, dove centinaia di biglietti racchiudono i pensieri della tradizionale lettera delle feste.
«Caro Babbo Natale vorrei che la Roma vincesse lo scudetto. Sara». Sotto il portico all’entrata della stazione Termini c’è l’albero dei desideri, dove la speranza o il sogno di un regalo fanno dimenticare il degrado tutto attorno. Senzatetto, abusivi, zingari e imbroglioni svaniscono nella magia delle luci accese sull’abete di Natale allestito l’8 dicembre, dove centinaia di biglietti racchiudono i pensieri della tradizionale lettera delle feste.
Sono foglietti a righe e a quadretti strappati a quaderni, a blocchetti degli appunti o alla carta di pacchi e agli scontrini. «Caro Babbo Natale vorremmo passare gli esami con più di 65, vorremmo un po’ di soldi, Ele vuole un ragazzo, Chiara vorrebbe che Denis finalmente prendesse una decisione e poi vorremmo essere felici. Dai basta altrimenti esageriamo, grazie tante. Chiara ed Ele». Molti i pensieri dei viaggiatori. «Il mio regalo è
appena arrivato da Firenze», firma Uby insieme a Giò. «Por muchos viajes mas juntas» (sempre più unite nei viaggi
insieme) scrivono Paloma y Maria. Frasi brevi che escono dalla mente dei turisti con nostalgia, quasi a voler fermare il treno che li porterà lontano. «Good by wonderful Rome» scrive Nancy.
Ma altri stranieri, quelli che gravitano attorno alla stazione, hanno pensieri diversi. Sperano di incontrare i connazionali, trovare un lavoro, riabbracciare i propri cari o svoltare qualche spicciolo. «Atezzione spero il prossimo anno 2018 saro piu fortunato» è scritto su un biglietto sgrammaticato senza firma. «Caro Babbo Natale vorrei tanto una casa» recita un altro anonimo.
Tra i romani lasciano un segno anche i tassisti in attesa del proprio turno («Vorrei stare sempre con il mio amore come stiamo bene oggi»), gli studenti che vanno a lezione («Non dico il massimo ma vorrei la promozione»), gli impiegati al lavoro («I ragazzi della Vodafone (Euronics) vorrebbero arrivare a fine mese con tanti soldi in tasca soprattutto con 250 sim ricaricabili, grazie»).
Sono migliaia le persone che arrivavo dalle metro A e B o dalle undici linee di bus che fanno capolinea nel piazzale. E la richiesta che va per la maggiore riguarda la felicità. Stare insieme all’amato, alla famiglia, al papà lontano e al fidanzato da trovare. «Vorrei qualcuno che mi apprezzi per quello che sono», la scritta su un biglietto del treno.
Ma tra i compiti più richiesti a Babbo Natale c’è anche quello di portare soldi, magari via WhatsApp e con ironia: «Per il regalo ti invio il codice iban.... grazie!!». E poi ci sono le parole difficili da dire e ancora più dure da ascoltare: «Sono stata brava quest’anno, per favore fammi questo grande regalo: fai uscire mio padre di prigio- ne e fai che mamma abbia ancora la forza di andare avanti».
Cuori e baci sono indirizzati alle persone più care, come chi disegna una rosa alla moglie per l’anniversario del matrimonio e gli uomini che ringraziano il loro Dio per la persona che gli sta a fianco. Frasi in inglese, spagnolo, tedesco e anche arabo, russo e cingalese.
Tra le parole ci sono i disegni dei bambini con abeti verdi e pacchi regalo colorati. «Caro Babbo Natale, quest’anno ho fatto il bravo e come regalo vorrei il Nds 3xl con il gioco di super mario bros. Grazie da Rayen!». Ma c’è anche chi vuole farsi dimenticare: «I’m sorry... can you please forgive me?» scrive un autore sconosciuto.
Segreti indirizzati a chi può fare un dono. E a disposizione di tutti proprio davanti alla porta di entrata della Capitale.