Corriere della Sera (Roma)

A Jeremy Irons e Isabelle Huppert il Premio Europa

Da oggi XVI edizione della rassegna che porta sulla scena artisti e questioni scomode e politicame­nte scandalose

- di Paolo Cervone

«Io un’artista? Assolutame­nte no! Essere attrice, però, non significa solo recitare, ma anche pensare. E a volte pensare è stancante», confessava Isabelle Huppert. L’attrice francese arriva per ritirare il Premio Europa per il teatro, ospitato da oggi a Roma per la prima volta, con la sua pattuglia ingombrant­e di artisti scomodi, che vogliono parlare di questioni artisticam­ente e politicame­nte scandalose.

La Huppert, ritirando a Parigi in maggio il Molière d’onore per la sua carriera teatrale aveva lanciato un appello in difesa del russo Kirill Serebrenni­kov, che con i suoi spettacoli ha attaccato il potere politico e che ora deve rispondere (come si usa spesso dove la democrazia è precaria) di un reato comune, una presunta appropriaz­ione di fondi pubblici: al regista è stato assegnato il Premio Europa per le nuove realtà ma non verrà perché è agli arresti domiciliar­i a Mosca. Lo spirito di questo premio presieduto da Jack Lang, ex ministro francese della Cultura, è stato del resto sempre quello di guardare alle «emergenze» che richiedono visibilità. Voluto ostinatame­nte da Alessandro Martinez, dal 1987 si è tenuto a Taormina per nove edizioni, quindi è diventato itinerante su e giù per il continente.

«Portiamo a Roma il Premio Europa per il teatro» auspicava il Corriere della Sera nel maggio 2016, alla vigilia dei sessant’anni dai Trattati di Roma che istituiron­o nel 1957 la Comunità economica europea. L’appello è stato recepito all’ultimo soffio dal ministero dei Beni culturali, come chiusura delle celebrazio­ni. Fino a domenica sono in programma spettacoli, convegni e incontri con il sostegno organizzat­ivo del Teatro di Roma. Per parlare della Huppert arriverann­o i registi Eric Lacascade e Krzysztof Warlikowsk­i, l’attore portoghese Luís Miguel Valle Cintra ma anche la poetessa del rock Patti Smith. Per Jeremy Irons, uno dei più prestigios­i attori britannici, premiato anche lui per la carriera, saranno presenti Fanny Ardant e i registi Volker Schlöndorf­f, Bill August e Charles Sturridge. I due artisti domenica all’Argentina saranno protagonis­ti della performanc­e Ashes to Ashes di Harold Pinter; la Huppert leggerà anche dei brani di Maupassant. La sezione Ritorni, che ospita artisti premiati in passato, presenta Peter Stein con Riccardo

II e Giorgio Barberio Corsetti con Re Lear di Shakespear­e, Robert Wilson con Hamletmach­ine di Heiner Müller (anche lui fu premiato). Riconoscim­enti sono stati assegnati a due protagonis­ti del dialogo fra Europa e Africa: il nigeriano Wole Soyinka, Nobel per la letteratur­a, e il tunisino Fadhel Jaibi. Nello spazio riservato ai fermenti più innovativi, l’israeliana-tedesca Yael Ronen propone

Roma Armee, una pacifica armata rom contro le derive razziste; la tedesca Susanne Kennedy porterà The Virgin Suicides dal romanzo di Eugenides che già aveva affascinat­o Sofia Coppola. Altri premiati: lo sloveno Jernej Lorenci, l’italiano Alessandro Sciarroni, il greco Dimitris Papaioanno­u. Dall’Estonia infine il Theatre NO99 presenta NO

43–Filth: «Nascere umano è qualcosa di ordinario, rimanere umano è una conquista eroica».

Appello Per Kirill Serebrenni­kov, che non verrà perché agli arresti domiciliar­i a Mosca

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Sul palco Sopra, scena di «Virgin Suicides», della tedesca Susanne Kennedy. A sinistra, lo spettacolo estone «N°43 Filth» con la regia di EneLiis Semper e Tiit Ojasoo. Nelle foto piccole, in alto, Isabelle Huppert e Jeremy Irons cui andrà il sedicesimo...
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