Ieri il red carpet per la prima E oggi Patti Smith
Patti Smith debutta al Teatro Costanzi in un concerto-reading Con lei, sua figlia Jesse
Patti Smith, la sua prima volta al Teatro dell’Opera. E una delle rare occasioni (in passato ospiti da Björk a Capossela) in cui il Costanzi si apre alle sonorità rock, anche se la formula adottata sarà un intimo incontro con il pubblico, fra musica e parole. La «sacerdotessa» stasera in scena con lo spettacolo Omaggio a Roma – An evening of words and music with Patti Smith.
Più che un live, un concerto/ reading che la grande cantautrice e poetessa terrà in compagnia della figlia Jesse, al pianoforte. A sipario chiuso, canterà e leggerà poesie dalla buca rialzata dell’orchestra e sarà così più vicina del solito agli spettatori.
Vera icona vivente della cultura contemporanea, nella sua carriera di oltre quarant’anni Patti ha attraversato il punkrock e ha analizzato il mondo in tutte le sue forme d’arte, attraverso la musica, la fotografia, la poesia, i romanzi, la pittura e la scultura. Ovunque lasciando un segno. Amata e discussa, influente ed idealista.
Il suo legame con l’Italia è stretto. L’Europa tutta le sta a cuore: ai confini tra Francia e Belgio ha comprato la casetta di Arthur Rimbaud. A maggio scorso, l’Università degli Studi di Parma le ha consegnato la laurea ad honorem in Lettere («mi ripaga della frustrazione di non aver potuto proseguire gli studi. Non c’erano soldi in casa»), parallelamente alla mostra fotografica Higher Learning a lei dedicata. Succede da sempre. A fine anni Settanta, negli Usa saliva sul palco di piccoli locali, in Europa riempiva gli stadi: «In America ero una dissidente. L’Europa invece, madre di tutta la letteratura, la pittura, il teatro e il cinema di cui mi nutrivo, era assetata di novità. Inevitabile che ci fosse una maggiore disponibilità ad abbracciare quei contenuti poetici veicolati da una forma musicale immediata e contagiosa come il rock and roll» ha detto in un’intervista. Si capisce l’adorazione per Roma, che a maggio ha scelto come tappa del suo tour Grateful.
Esibirsi nel teatro lirico della Capitale riveste un significato speciale: «La presenza di mia figlia è un modo per rinsaldare l’amicizia, un gesto simbolico per dire grazie». A prevalere saranno i versi. Così descrive Patti poetessa nel senso più pieno del termine Fernanda Pivano, in un capitolo de I miei amici cantautori che fa rivivere un’epoca: «La dolce, eterea, sognatrice Patti Smith ha passato le ultime notti di vita di Allen Ginsberg accanto al suo letto aspettando che morisse; nei momenti che i medici lo costringevano a dormire e la trentina di medici buddisti pregavano, seduta con Gregory Corso su una stessa sedia cercava di decifrare insieme a lui i commenti scritti a mano da Allen ai Cantos di Ezra Pound».