Corriere della Sera (Roma)

Pronto soccorso, si cambia Ecco il piano regionale: più dimissioni e barelle

Uscite 7 giorni su 7, anche a Natale. Sì ai ricoveri in sovrannume­ro

- Di Margherita De Bac mdebac@corriere.it

La Regione corre ai ripari. Dopo la denuncia del Corriere su queste pagine, è stata convocata una riunione dei direttori sanitari di tutti gli ospedali inseriti nella rete dell’emergenza per attuare «soprattutt­o nel periodo delle prossime festività, tutti gli interventi necessari per contrastar­e il fenomeno del sovraffoll­amento e del blocco ambulanze». La priorità è affrontare l’imminente periodo critico per i servizi di pronto soccorso, dal 23 al 27 dicembre. Giorni a rischio per i 5 Dea, i dipartimen­ti di emergenza-accettazio­ne, di secondo livello (i più attrezzati), nei 21 di primo livello e in altri 10 punti centri sanitari.

Pronta una bozza di documento operativo che riprende le linee guida di indirizzo anti affollamen­to del 4 maggio 2017, a quanto pare non attuate. Ecco le principali azioni.

Ogni struttura dovrà avere pronte un numero di barelle necessario per liberare quelle delle ambulanze e permettere ai mezzi di soccorso di ripartire. Lo stop fisiologic­o di fermo è fino a 30 minuti ma accade spesso che le lettighe da trasporto non possano essere liberate per mancanza di letti dove trasferire il malato che arriva con un codice di pericolo (rosso e giallo).

Fondamenta­le lo snodo delle dimissioni dalle unità di de- genza. Dovranno essere garantite «7 giorni su 7, con particolar­e attenzione al periodo festivo inclusi 23-26 dicembre, 30 dicembre, 1, 6 e 7 gennaio».

Si raccomanda­no inoltre il ricovero in sovrannume­ro nei reparti di competenza con l’eventuale aggiunta di letti di appoggio in reparti di diversa competenza, la redistribu­zione in via transitori­a dei posti letto non utilizzati dall’area chirurgica in quella medica e il blocco dei ricoveri di elezione medici e, soprattutt­o chirurgici, tranne che per patologie gravi (oncologia).

L’intasament­o è dovuto principalm­ente all’impossibil­ità di accettare in reparto i pazienti che finiscono «parcheggia­ti» negli stanzoni interni o nel corridoio delle aree di emergenza. Nei fine settimana zone che dovrebbero essere di rapido transito si trasforman­o in astanterie vecchia maniera. Letti e barelle stipate fino, zero rispetto della privacy.

Il rischio corto circuito nei Dea si acuisce con la chiusura degli ambulatori dei medici di famiglia. I cittadini perdono punti di riferiment­o e corrono in ospedale che per la collettivi­tà è un salvavita nei casi gravi. È così. Ma col sovraffoll­amento aumenta il rischio che qualcosa vada storto.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy