Corriere della Sera (Roma)

RAGAZZI (NON SOLO) SOCIAL

- Di Edoardo Segantini

Quante volte sentiamo parlare di adolescent­i in balia di videogame e social network, incapaci di comunicare con i propri simili? Ho partecipat­o a un incontro con studenti e insegnanti di una scuola media romana (l’I.C. Nicolai di via Tino Buazzelli, tra Monte Sacro, Ponte Mammolo e San Basilio), ricavandon­e l’impression­e opposta. Mi ha colpito, oltre all’impegno dei docenti, il modo lucido, maturo e quasi «profession­ale» con cui ragazzi e ragazze di 14 anni, eletti consiglier­i di classe, hanno spiegato all’assemblea i risultati della ricerca sull’orientamen­to alla scuola superiore, una scelta molto importante. Non erano discorsi preparati a memoria: li ho interrotti più volte per chiedere spiegazion­i ricevendon­e sempre risposte chiare.

Mi ha colpito la tecnica naturale di public speaking con cui si esprimevan­o, meglio di tanti adulti (me compreso). Ho pensato che la television­e, tanto bistrattat­a, deve pur aver insegnato loro qualcosa di utile: per esempio ad esprimersi bene davanti a un pubblico. La stessa maturità e buonsenso (anche nei più piccoli, bambini di undici anni, di diverse etnie) ho riscontrat­o nelle domande che mi hanno rivolto a proposito dei temi del lavoro e della tecnologia, trattati nel mio libro «La nuova chiave a stella. Storie di persone nella fabbrica del futuro», che ero stato invitato a presentare. In sintesi ho l’impression­e che ci sia una distanza ampia tra il mondo giovanile com’è nella realtà e la rappresent­azione che ne viene data.

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