Prometteva guadagni ai vip: pena di 8 anni
Bruna Giri fu arrestata con l’attrice Dong Mei. Raggirati 500 clienti
Otto anni e tre mesi di condanna per la promoter finanziaria Bruna Giri, colpevole di aver truffato tra il 2006 e il 2010 quasi 500 facoltosi clienti con promesse di guadagni stellari sui loro investimenti. Le vittime sono professionisti, nobili, vip della Capitale. Nell’inchiesta venne coinvolta anche l’ex modella e attrice Dong Mei.
Nella iconografia della bolla speculativa che ha abbagliato migliaia di investitori anche nella Capitale, Bruna Giri è l’alter ego di Gianfranco Lande nel pantheon dei truffatori che ne hanno approfittato. L’emula al femminile del Bernie Madoff a stelle e strisce. A sei anni dalla fine del suo bluff, la 64enne ex broker bancaria è stata condannata a otto anni e tre mesi di carcere nel processo cominciato mentre lei era ancora latitante a Santo Domingo. La sua recente biografia è il riassunto di un’epoca.
Promotrice dei prodotti finanziari della Antonveneta, la bionda broker dalla innata capacità relazionale fiuta nel 2005 il vento che porta spregiudicatezza nella gestione dei risparmi privati. O, con due sinonimi non per forza in contraddizione, l’incoscienza e la presunta furbizia di saper fruttare piccoli e grandi capitali in barba a logica e regole. Così la Giri lascia il suo lavoro e si mette in proprio. Il pm Stefano Rocco Fava, che nel 2010 smaschera il trucco con i finanzieri del Nucleo valutario, la definisce «ideatrice, capo e promotore di un complesso programma truffaldino attivo nel settore dell’intermediazione creditizia». Bruna Giri si avvale dell’attività di stretti collaboratori «sia nella fase di raccolta del risparmio che in quella di reimpiego e occultamento di capitali». In 470 le si affidano, convogliando nelle sue mani 35 milioni di euro in gran parte ancora occultati chissà dove. La broker si mette in affari con un’ex collega e con un commercialista (Federico Di Lauro, moglie della modella Dong Mei, arrestati e processati separatamente), che le procacciano i clienti dietro la promessa di guadagni al 10% — o del 6% in 4 mesi — su quote di investimento che vanno dai 10mila euro al milione. Nobili, imprenditori, professionisti, tra cui Nicola Cordero di Montezemolo, le danno accesso alle proprie cassaforti dopo averla conosciuta a feste «esclusive» che veicolano il passaparola sulle sue abilità finanziarie.
Una messa in scena nascosta dietro l’inesistente Sgia Spa, Società di gestione di investimenti alternativi e ai moduli del Mediocredito Lombardo che la broker rilascia sebbene l’istituto sia ormai da tempo. Quando arrivano i primi sequestri di ville (Fregene, Camilluccia), auto e conti nell’inchiesta «Missing Money», la Giri parte per Santo Domingo, dove, secondo fonti di intelligence, avrebbe avuto ospitalità anche presso sedi diplomatiche prima di essere estradata nel 2015. Anche da lì continua a delinquere e manda la figlia appena 18enne a chiudere un affare che avrebbe sottratto alla confisca una delle ville.
La pur lunghissima lettura, ieri nell’ottava sezione penale, delle parti civili risarcite in via provvisionale con cifre che vanno dai mille al milione di euro è solo una porzione ridotta di chi ha perso risparmi e liquidazioni. Tanti hanno scelto di non denunciare, preferendo perdere i soldi anziché giustificarne la provenienza, altri sono rimasti fuori per i reati ormai prescritti.