Arriva la birra Bread, prodotta da detenuti con il pane avanzato
Recuper-Ale, la birra che recupera il cibo, ma anche le persone. È questa la nuova sfida dei ragazzi di Equoevento, la onlus di quattro ragazzi romani che ricicla le eccedenze dei fastosi catering di eventi mondani per redistribuirle a mense e centri di accoglienza (www.equoevento.org). Ora arriva Bread, la birra fatta dal pane avanzato: a finire nella spazzatura ogni giorno infatti, è un terzo di quello prodotto. Ma ciò che rende la bevanda al luppolo ancora più preziosa, è che Bread verrà interamente lavorata e prodotta da detenuti inseriti in un percorso di reinserimento sociale. La fortunata idea nasce dall’incontro di Equovento con Semi di Libertà, un progetto di inclusione che forma le persone recluse nel carcere di Rebibbia a diventare mastri birrai. «Vale la pena» (www.valelapena.it), questo il nome del birrificio e dell’etichetta, che conta già 16
diversi tipi di buonissima birra (tra i quali Fa er bravo, Amarafemmena e Gattabuia, rispettivamente bionda, ambrata e scura), ora produrrà anche
Bread, la prima birra di Recupera-Ale. «Permettendo di dare una seconda chance al pane e alle persone», commentano gli organizzatori. «Il fine», spiega al Corriere il presidente di Semi di Libertà, Paolo Strano, «è quello di contrastare le recidive, che arrivano al 70 per cento tra chi non gode di misure alternative». La birra è stata presentata ufficialmente qualche giorno fa alla serata di gala e beneficienza organizzata all’Hilton di Roma, fra i partner di Equoevento. A fare da madrina alla serata, il cui ricavato servirà per la cena di Natale di Sant’Egidio, Erminia Ferrari Manfredi, vedova di uno dei volti più amati della comicità romana, Nino.