Corriere della Sera (Roma)

Marta Russo, appello al quarto uomo

La sorella Tiziana: «Chiedo a chi ha portato la pistola all’università di farsi avanti»

- Di Paolo Foschi

«O rmai i reati sono prescritti, mi auguro che il quarto uomo, quello che portò la pistola che ha ucciso mia sorella, esca allo scoperto»: è l’appello lanciato da Tiziana Russo, autrice del libro «Marta Russo, mia sorella» (Ed. Guerini, 15 euro) scritto «per chiudere un percorso e ripartire». La prima presentazi­one, non a caso, è stata tenuta nel Rettorato della Sapienza, a poche decine di metri di distanza dal vialetto dell’università in cui il 9 maggio del 1997 la giovane studentess­a fu ferita a morte con un colpo di pistola (arma mai ritrovata). «Il libro non è sul processo, la vicenda giudiziari­a è chiusa con le sentenze definitive che hanno individuat­o come colpevoli Giuseppe Scattone e Salvatore Ferraro - spiega Tiziana Russo -, il libro è stato un modo per ricostruir­e l’intimità con mia sorella e ritrovare me stessa. Lei era diventata solo “la ragazza uccisa all’università”. E io non ero più Tiziana, ma solo la sorella di Marta Russo. E’ stato un percorso lungo e doloroso, ma alla fine sono riuscita a restituirl­e l’umanità sommersa da processi mediatici e ipotesi complottis­te». Il rettore Eugenio Gaudio ha voluto ringraziar­e Tiziana e la famiglia per le iniziative in nome di Marta e per la promozione della cultura della donazione degli organi, mentre il pro-rettore Mario Morcellini ha testimonia­to la vicinanza dell’università alla famiglia Russo, «vicinanza che purtroppo non ci fu subito dopo l’omicidio».

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