Migranti, protesta pacifica
La manifestazione pro-immigrati è partita da piazza della Repubblica ed è finita in piazza del Popolo tagliando il centro. Una festa pacifica, fatta di colori e musica, per chiedere «diritti per gli invisibili». Ma qualche disagio c’è stato.
. La manifestazione pro-immigrati, «diritti senza confini» il titolo, parte da piazza della Repubblica intorno alle 15 e taglia il centro cittadino passando da piazza Barberini, via Sistina e via Trinità dei Monti fino ad arrivare, alle 17, a piazza del Popolo, sede del comizio finale. Il corteo - 7-8 mila persone anche se, dicono gli organizzatori, «siamo in 25 mila» - sfila per due ore, sì, in modo molto rumoroso, ma super pacifico. Considerato il rischio ventilato dagli investigatori, l’elemento non è secondario, fissato infatti anche nella nota uscita in serata dalla Questura in ringraziamento «degli organizzatori e delle forze dell’ordine» per la «straordinaria collaborazione che ha evitato ogni forma di infiltrazione violenta». E, infatti, nessuna tensione lungo il percorso blindato dai mezzi della polizia. Ma qualche disagio sì.
Del resto ieri non era un sabato qualunque, ma la giornata di lancio del rush finale per lo shopping natalizio. Così il serpentone, un trionfo di cori e striscioni con musica afro e reggae a fare da colonna sonora, ha occupato per due ore le vie del centro impedendo ai romani di dedicarsi ai regali di Natale. Una questione di capienza delle strade concesse al coloratissimo corteo a trazione africana: i manifestanti originari del Senegal cantavano in francese l’integrazione citando «liberté, égalité, fraternité», quelli della Costa d’Avorio ballavano insieme ai Curdi, mentre maliani e ghanesi scandivano le storie di compagni rimasti sotto il mare durante la traversata o ancora in carcere in Libia. «Siamo quelli che vengono confinati in centri di accoglienza e nelle periferie. Siamo disoccupati e senza casa - dicevano al megafono gli organizzatori - Siamo uomini e donne colpiti da leggi infami. È la nostra giornata. È la giornata degli esclusi, degli invisibili. Sfiliamo per riprenderci la nostra dignità. Abbiamo sete di diritti e libertà».
Fatto sta che da largo Santa Susanna alla fine di via Sistina passando da via e piazza Barberini erano più le serrande abbassate che quelle tirate su. E, dietro le vetrate, i titolari osservavano, magari solidarizzando con gli slogan che chiedevano «permesso di soggiorno, casa e reddito per tutti», più «diritti e integrazione». Eppure guardando l’orologio, talvolta facendo entrare addirittura il cliente insieme alla sua bicicletta pur di non perdere l’incasso.
Il tutto mentre la manifestazione sfilava adattandosi alle dimensioni della strada a disposizione, cioè allargandosi nella blindatissima piazza Barberini e poi compattandosi in via Sistina, dove anche i marciapiede erano parte del corteo. Fino a via Trinità dei Monti, dove gli spazi si sono allungati e i manifestanti hanno cominciato a sfilacciarsi, alle volte staccandosi dalla fila in cerca di un luogo riparato da adattare a toilette. Alla fine una giornata di festa. Quasi per tutti.