Dal cinema alla tv Tutte le maschere di Stefano Fresi
La musica è stata il suo primo amore, e non smette di comporre e cantare. Ma l’attore è più impegnato che mai tra cinema, teatro e tv
Nel capitolo finale della trilogia Smetto quando voglio, Sydney Sibilia, non pago di aver spinto Alberto Petrelli, il brillante chimico da lui interpretato, fin dentro al carcere di Rebibbia lo manda sul palcoscenico a cantare una celebre aria del Barbiere di Siviglia di Rossini. Per Massimiliano Bruno, inseguendo lo Shakespeare di Sogno di una
notte di mezza estate, nei panni di Bottom, si ritrova a incrociare musiche dei Beatles e di Springsteen. Roan Johnson, invece, lo ha spinto a rilevare, temporaneamente, la gestione del Bar Lume da Filippo Timi, misteriosamente scomparso. Son tempi impegnativi questi per Stefano Fresi. «È vero, è un anno pieno di tante cose, tutte belle, tutte diverse», racconta al Corriere l’attore romano, classe 1974.
Attore un po’ per caso, perché il suo primo amore artistico è stata la musica: diploma al Conservatorio e molta gavetta. Iniziata a casa, insieme alla sorella latinista (con cui continua a condividere un trio vocale, Favete Linguis) e con il coinvolgimento di madre e padre. «Li avevo bonoriamente costretti: mia madre cuciva i vestiti e mio padre verniciava e costruiva le scenografie».
L’idea di portare in scena Shakespeare lo esalta — all’Eliseo dal 9 gennaio — non prova neanche a nasconderlo. «Io interpreto Bottom, uno dei comici che deve fare lo spettacolo nel bosco e che viene trasformato in asino, come attore è il mio primo Shakespeare, mentre come musicista ho fatto un
Romeo e Giulietta di Gigi Proietti al Globe e Il mercante di Venezia». Quella di Bruno sarà una messa in scena sorprendente, assicura, non solo per il commento sonoro (Beatles & Bruce, appunto). «Io adoro il mondo di Massimiliano, io adoro il suo mondo in equilibrio tra rispetto dei classici e contaminazioni pop. Non ti aspetti Paolo Ruffini che fa Puk, anche Giorgio Pasotti e Violante Placido sono notevoli. A Verona, dove abbiamo debuttato in estate, ci hanno accolto inizialmente con sospetto - che cosa vogliono questi del cinema? - e poi con grande entusiasmo».
Intanto Smetto quando voglio - Ad honorem si sta difendendo al box office, in una stagione non facile per il cinema italiano. «Le cose belle si riconoscono. Il primo film è del 2013, per noi attori è stata una classe di liceo, è stato il nostro esame di maturità artistica. Ora, come si fa con i compagni di scuola, si cercheranno le occasioni per ritrovarci ».
Sembra uno di quegli attori, in effetti, che tende a fare famiglia. «È vero — ammette Fresi —. Questo è veramente un lavoro di squadra, io tendo a scegliere progetti con persone con cui mi sento di avere cose in comune». Come è accaduto sul set de I
delitti del BarLume, con la regia di Roan Johnson. Fresi è nelle prime due puntate, su Sky dall’8 gennaio. «Auguro a tutti di diventare protagonista di una serie di cui sei fan. Filippo Timi è un attore che stimo moltissimo, ho scoperto Lucia Mascino. Ed è nato un amore folle tra Alessandro Benvenuti, stiamo progettando una prossima incursione teatrale insieme».
In arrivo c’è anche Sconnessi di Christian Marazziti, un ruolo di «cattivone» per Michele Soavi al fianco di Paola Cortellesi. «Ancora cose belle. E tutte diverse». Con i soliti accordi Fresi il musicista si annoia.