RISPETTARE I DIRITTI DI TUTTI
Ha fatto scalpore la sentenza del Tribunale di Roma che ha condannato il ministero dell’Interno a risarcire il proprietario di due immobili occupati senza titolo. Per la prima volta sul tema, i giudici tutelano i diritti del proprietario verso la pubblica amministrazione «senza se e senza ma». Il ministero pagherà finché non ripristini l’ordine pubblico.
Prefetti, dirigenti e funzionari avrebbero dovuto provvedere allo sgombero. Non lo hanno fatto. Fino ad allora, al proprietario è dovuto il mancato reddito locatizio (266 mila euro al mese), dall’ordine della Procura. I residui danni, quelli allo stabile compresi, per ora restano a carico del privato.
Dopo la sentenza, sono partiti i soliti rimpalli di responsabilità. Il ministero, forte di una recente circolare, ha chiamato in causa il Comune. Dovessero frazionarsi le responsabilità, mancherà un colpevole. Pagheranno i cittadini, con quelle stesse tasse che lo Stato avrebbe dovuto usare per garantire loro diritti di proprietà e sicurezza. Almeno un cittadino, però, stavolta sarà soddisfatto; le sue tasse non sono state versate invano.
Risiede in questo il principio fondamentale della sentenza che va sottolineato. Il cittadino che subisce un abuso non può usare la forza per avere giustizia. Spetta alle autorità di provvedere.
Non dovesse così però essere, lo stesso ha diritto a essere risarcito. Sembra scontato, ma non ci sono molti precedenti.
Solo a Roma, si contano 105 palazzi, occupati da oltre undicimila persone. Si stima una realtà fatta di due volte questi numeri. Certo, non può trascurarsi l’emergenza abitativa, aggravata da quanti migranti siano giunti e rimasti in Italia; né la difficoltà delle pubbliche autorità a governare fenomeni ormai fuori controllo. Urgono interventi e politiche a monte, ben oltre i doveri di chi deve eseguire gli sgomberi. Intanto, però, gli altri cittadini hanno pure diritti. Lo Stato deve tornare a fare il suo mestiere, assicurando equità e giustizia. Il problema è stato sinora rinviato, sottovalutato, mal gestito. Fino a poche settimane fa, era occupato persino un edificio dirimpetto al Csm. È sacrosanto aiutare chi versi in stato di necessità. Prevalga però la legge, non la forza. Nel disordine, si annidano rischi più seri, come insegnano Parigi e Bruxelles. Si entri nel merito delle singole questioni, senza affermare diritti generali precostituiti, anche solo indirettamente a carico della residua cittadinanza. Perché a fronte di quanti occupanti avanzano istanze (spesso, ma non sempre condivisibili), altrettante persone fuori sono in situazioni di disagio simili. Sono forse meno degne?