AUGURI, CAPITALE
Ma sì, Buon Natale a Roma. Nonostante la grottesca installazione, agonia e morte di Spelacchio (ieri s’è scoperto al buio, ha anche il timer degli addobbi manomesso...) satireggiata dal New York Times e persino dalla stampa del Ghana. Nonostante le attese alle fermate dell’Atac si stiano allungando fino ad assumere dimensioni temporali bibliche. Nonostante il disastro igienico di strade invase dai rifiuti, e di conseguenza da ratti, cornacchie, gabbiani. Nonostante un traffico ormai degno di Calcutta. Nonostante mille altre catastrofi che fanno di questa nostra città un caso unico, nell’Unione Europea, di degrado e di deriva dei servizi essenziali. Vale la pena di augurarle buone feste perché è il luogo dove viviamo, lavoriamo, amiamo e soffriamo, sperimentiamo il senso e il valore delle nostre vite. Ma soprattutto perché, al di là della retorica, resta un luogo indiscutibilmente unico al mondo: infatti è il mondo ad amarla, ammirarla, desiderala per la Bellezza, la Storia e la Civiltà che ostenta ovunque con elegante consapevolezza.
La nostra città ha un gran bisogno di andare avanti. Ed ha anche le forze per farlo, incluso l’orgoglio. Auguri a Roma, perché la materia in cui affondano le sue radici riesca a nutrire il Nuovo. Ovvero il Futuro dei nostri figli.