Rifiuti, lo sciopero di Ama
Sindacati all’attacco contro la strada imboccata dal Campidoglio per scongiurare l’emergenza rifiuti. Ha il sapore dell’ultimatum la lettera inviata ieri alla sindaca e all’assessora all’Ambiente, Pinuccia Montanari: se entro domani i lavoratori non riceveranno risposte sulla scelta dell’amministrazione di «affidare ai privati parte della raccolta domiciliare porta a porta», scatterà la mobilitazione. Alla protesta aderiscono tutte le sigle in forma unitaria che, per evitare disagi durante le feste, hanno deciso di rinviare qualsiasi azione ai primi di gennaio: dall’8 partiranno le assemblee, lo sciopero è previsto per la fine del mese. «Siamo stanchi delle promesse mancate: piano industriale, interventi sugli impianti e migliori condizioni di lavoro — spiega Natale Di Cola, segretario della Fp-Cgil Roma e Lazio — . L’azienda continua a peggiorare, ma il Comune invece di farla funzionare pensa a privatizzare. Di questo passp sarà sempre più necessario ricorrere agli appalti, mentre Ama va a rotoli. A Natale il personale ha dato la massima disponibilità per non causare problemi, ma i mezzi sono insufficienti: ne mancano 600, per questo si accumulano rifiuti in strada. E con la pioggia la situazione non può che aggravarsi: la spazzatura a terra cresce di volume». Per rispondere non utilizza i canali ufficiali, l’assessora Montanari, ma in un post su Facebook annuncia: «Duecento milioni di investimenti nei prossimi quattro anni per acquistare oltre 1.500 nuovi mezzi che sostituiranno progressivamente quelli vecchi. Da subito ne avremo 130 a noleggio e, tra gennaio e maggio 2018, 150 nuovi mezzi entreranno in servizio». È prevista anche la riorganizzazione delle officine «con processi di accettazione, verifica e controllo di qualità», alle quali si aggiungeranno «cinque moderne officine mobili per l’intervento rapido sui veicoli in servizio nei vari Municipi a partire da febbraio».