IL COMUNE SI MUOVA
Nella vicenda dei parcheggiatori abusivi romani, tanto impudenti quanto pericolosi, colpisce l’arrogante certezza dell’impunità.
Prendiamo piazza della Consolazione, feudo ormai fisso di alcuni «addetti alla sosta». Ci troviamo a venti metri di distanza dal Comando generale della Polizia Urbana di Roma Capitale, più realisticamente dei vigili urbani, e sotto il Campidoglio, cuore politico-amministrativo della città. In qualsiasi altra Capitale non solo europea, ma persino asiatica, si tratterebbe di un territorio inviolabile.
Invece a Roma è davvero tutto possibile, inclusa l’occupazione di una piazza storica sotto il naso di sindaca, giunta, consiglio comunale e dei vigili più gallonati della città. Come ci raccontano Lilli Garrone e Rinaldo Frignani, mezzo centro storico è nelle mani di un autentico racket della sosta, di vere squadre pronte a taglieggiare gli automobilisti. Inclusi (ed è l’aspetto più grave) i residenti. Cioè i titolari di un preciso diritto di parcheggio come gli altri romani.
Ma vivere nel cuore antico non può trasformarsi in un incubo. Roma Mobilità regola con attenzione il rilascio dei permessi di ingresso e sosta per chi vive in Centro ma c’è chi si sottopone ai taglieggi pur di non ritrovarsi l’auto danneggiata il giorno dopo. Il codice della strada non aiuta la repressione: prevede una sanzione da 1.000 a 3.000 euro (mai pagata) e il sequestro dell’incasso. Il comandante della Municipale, Diego Porta, assicura che il nuovo regolamento di polizia urbana, grazie al recente decreto Minniti , potrà permettere l’allontanamento forzato dalle aree occupate fino a due anni, in caso di recidiva.
Attendiamo dunque che il regolamento (già sul tavolo della giunta) veda immediatamente la luce. Il governo ha fatto ciò che doveva. Ora tocca al Campidoglio: ogni rinvio sarebbe inaccettabile.