Gabriele Ciampi, concerto di Capodanno
Il giovane direttore d’orchestra festeggia all’Auditorium i suoi primi cinque anni sul podio
Il prossimo 28 gennaio, quando la Cbs manderà in onda in diretta dal Madison Square Garden di New York la cerimonia dei Grammy, in sala ci sarà anche lui. Invitato alla premiazione, in qualità di giurato. La Recording Academy ogni anno seleziona in tutto il mondo gli addetti ai lavori, chiamati a valutare i migliori prodotti musicali in circolazione. Gabriele Ciampi farà parte delle giurie, in categorie tra le più ambite, come il miglior album e il miglior artista dell’anno, in cui concorre gente come Kendrick Lamar, Bruno Mars, Jay-Z. «Una formula da prendere a esempio. Le case discografiche restano alla finestra. Tra noi giurati non vi è nessun contatto — assicura Campi — e ci è chiesto un parere professionale, di qualità, non legato a logiche commerciali».
Intanto, il giovane direttore d’orchestra e compositore romano, celebre per aver afferrato straordinarie opportunità di lavoro oltreoceano — ha una sua orchestra a Los Angeles, si è esibito alla Casa Bianca davanti a Michelle e Barack Obama — festeggia il Capodanno e insieme i suoi primi cinque anni di attività concertistica nel migliore dei modi. Vale a dire dal vivo. «The 5th year tour» che dopo Washington, dove ha diretto la National Symphony Orchestra, e prima di Los Angeles, dove si esibirà con l’orchestra di Santa Monica, fa ora una tappa d’obbligo nella sua città. Al- l’Auditorium, in sala Petrassi, il primo gennaio, alle ore 18, con la sua CentOrchestra di quaranta elementi. Dopo il concerto, un brindisi con il pubblico. A questi incontri lui ci tiene: «Le critiche, gli spunti degli ascoltatori, per me fanno parte del processo creativo. Anche lo scorso anno — racconta Ciampi – avevamo organizzato un dopo show. Si avvicinò una ragazza e mi suggerì un’idea. Utilizzare nelle prime parti, più cameristiche, una composizione che prevedesse l’utilizzo di uno strumento raro. Ho raccolto la sfida, ho pensato all’arpa».
Sarà la novità di quest’anno, il Concerto per arpa e orchestra in La minore — solista Augusta Giraldi — in sca- letta insieme alle composizioni dei suoi primi due album,
The Minimalist Evolution e In Dreams Awake. Un terzo lavoro è in cantiere, uscita prevista nella seconda metà del prossimo anno. Sarà ancora minimalismo, «ma aperto a una più evidente contaminazione dei generi».
Dati i rapporti e la credibilità conquistata oltreoceano, in passato l’ambasciata americana è stata presente ai concerti di Ciampi a Roma. Sarà così anche quest’anno. A proposito: ora che è cambiato l’inquilino, accetterebbe un invito a Washington, nonostante il presidente non sia tra i più amati negli ambienti artistici? «Se Trump mi chiamasse, andrei domani — risponde sicuro il Maestro —. La Casa Bianca è la casa degli americani, un’istituzione. E la musica è di tutti, al di là delle simpatie personali e politiche. Un linguaggio universale. Noi abbiamo il dono di poter produrre un’emozione in chi ci ascolta: non possiamo decidere a chi regalarla». Raffaele Roselli